Luce si è spento

Domenica 30 settembre è uscito, dopo 94 anni, l'ultimo numero del settimanale cattolico del Varesotto: commozione e amarezza nei "suoi" giornalisti

"C’è un posto vuoto tra i giornali": si è spenta la “Luce” nella nostra Provincia. Come era già stato annunciato a luglio, domenica 30 settembre è uscito l’ultimo numero del settimanale dopo 94 anni di attività, la redazione è stata chiusa e la società messa in liquidazione.
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Quando il 10 giugno 1996 iniziai una nuova esperienza professionale come direttore di “Luce”, non avrei mai immaginato di dovere un giorno scrivere un editoriale che riunisse sotto lo stesso titolo il saluto ai lettori e l’annuncio della sospensione della pubblicazione del nostro settimanale»: inizia così l’ultimo editoriale di Saverio Clementi, il direttore responsabile del settimanale in cui, oltre a lui, lavoravano 5 giornalisti, 2 tecnici e 2 amministrativi. Una redazione che, come si legge sull’ultimo numero uscito domenica, «affronta la chiusura come una scelta che continuiamo a ritenere incomprensibile: non la condividiamo e non l’abbiamo mai condivisa, avendo la consapevolezza che il giornale si poteva salvare».
Una chiusura decisa dalla Curia di Milano, nonostante il settimanale «nei suoi 94 anni di vita non abbia mai dimenticato la mission che i padri fondatori gli affidarono: essere un giornale al servizio dei lettori, legato alla Chiesa e al territorio». Una scelta « che forse abbiamo pagato con l’esclusione da salotti e centri di potere la cui frequentazione è spesso condizione indispensabile per attingere a prebende di varia natura», si legge ancora nell’editoriale, ma «abbiamo anche voluto sottolineare la nostra diversità nel fare un’informazione non gridata ma di qualità».

L’ultimo numero, il trentaquattresimo dell’anno 94, è « diverso dai soliti; abbiamo infatti scelto di dare voce a tante persone che in questi anni ci sono state vicine e hanno accompagnato il nostro lavoro». Un pensiero al passato, l’amarezza per il presente, ma uno sguardo anche versol futuro: «Siamo certi però che arriverà il momento in cui sarà possibile ripensare a questi anni con maggiore lucidità e forse allora capiremo anche gli errori commessi. Di una cosa però sono certo: se si è sbagliato, lo si è fatto in buona fede, senza aver mai usato il settimanale per fini estranei alla sua vocazione».

Un pensiero finale in cui non può mancare la speranza di vedere rinascere una creatura tanto amata da chi ci ha lavorato, «una testata alla quale siamo stati tutti orgogliosi di appartenere»: nella conclusione di un editoriale che conclude la storia del settimanale cattolico del Varesotto, il direttore responsabile e chi come lui ha visto finire quest’avventura non perde la fede: «Non sappiamo quando e come ricomincerà questa affascinante e difficile avventura; ci piace però pensare che prima o poi qualcuno raccoglierà il testimone che oggi restituiamo ai legittimi proprietari della testata. Usciamo di scena ringraziando coloro che ci hanno dato la loro fiducia e con i quali abbiamo condiviso tanti momenti belli ed alcuni dolorosi. Con orgoglio possiamo dire che ne è valsa la pena. Nonostante tutto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Ottobre 2007
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