Made in Varese 2007: asticella dell’utile più in alto

È uscita la nuova edizione 2007 di made in Varese con le graduatorie e i bilanci 2005 delle 999 maggiori imprese della provincia

È uscita la nuova edizione 2007 di made in Varese con le graduatorie e i bilanci 2005 delle 999 maggiori imprese della provincia. Conquistano la copertina di quest’anno, come società più performanti del 2005, le dieci star Foroni, Rhea Projects, Vibram, Agusta, Inticom, Trafileria Ceruti, Molla, Sandoz, Edile Commerciale e Agesp Commerciale cui fanno buona compagnia come “Aziende dell’Anno” per utile lordo Lauda Air, Dama, Alenia Aermacchi, Saes Getters, Lindt&Sprungli, Eurojersey e Macchi. 

«Assaporato il raddoppio dell’utile con il risultato di 233 milioni del 2004, il “made in Varese” ci prende gusto e nel 2005 sposta l’asticella della redditività un po’ più su a + 261 milioni tondi consolidando nel contempo il giro d’affari a 21 miliardi così che l’indice utile/fatturato in dodici mesi cresce da 1,09 a 1,25», osserva Mario Zambetti, direttore di made in Varese che tiene sotto osservazione le zone più industrializzate del Paese con l’analisi dei bilanci delle imprese di oltre quarantacinque province dell’Italia centro-settentrionale. Il merito dei nuovi passi avanti del “Sistema Varese” è in particolare delle aziende con i conti in ordine che nel 2005 sono 765 con utili per + 529,7 milioni (nel 2004 le 741 imprese su 1.003 con il segno più nell’ultima riga di bilancio si erano fermate a + 468,8 milioni) mentre quelle con i conti in rosso sono 234 con perdite per– 267,0 milioni (nel 2004 le 245 imprese in rosso si erano fermate appena più sotto a – 236,3 milioni).

Questi i numeri di sintesi delle 999 maggiori imprese varesine comprese tra i 1.471,6 milioni della Whirlpool Europe di Comerio e i 4,4 milioni della Giovanni Clerici&Figli di Gallarate cui si aggiungono la Ridart di Gallarate con i suoi 3,2 milioni e la Gloria Artec di Samarate con i suoi 2,0 milioni: fatturato aggregato 21.039,9 milioni € e utile netto 262,6 milioni con in rialzo di oltre il dieci per cento rispetto all’anno prima. E ancora una volta senza aree di sofferenza come quelle di Sea Handling (al quarto pesante rosso consecutivo) il risultato sarebbe stato ancora più rotondo superando di slancio i 300 milioni. Quanto alle 861 imprese sopra i 5,1 milioni questi gli altri indicatori aggregati mezzi propri 5.594,1 milioni; risultato operativo 687,5 milioni; ros 3,37; ammortamenti 607,8 milioni; cash flow 863,1 milioni; oneri finanziari 68,3 milioni; imposte 464,1 milioni; utile lordo 719,4 milioni; roe 4,78. 

Tra le 4.094 imprese da almeno 10 milioni di ricavi che costituiscono la massa d’urto dell’industria e del terziario lombardi a livello di province (esclusa cioè Milano e compresa invece Novara per la forte integrazione del suo sistema economico con quello lombardo occidentale), le 414 imprese con sede legale nella provincia di Varese si collocano al quarto posto sia come popolazione aziendale che come stock di fatturato con 16,5 miliardi sui 160,5 complessivi. Il che significa che Varese da sola vale oltre un decimo del “made in Lombardia”, esattamente il 10,27%. A questo profilo marcato che fa del “made in Varese” il collante tra i tre big lombardi (Brescia, Bergamo e Monza) e il resto della Regione, le imprese varesine accompagnano un movimento prevalentemente rialzista nelle principali graduatorie di performance con un consuntivo di tre promozioni e due retrocessioni. Spicca in particolare l’abbandono della maglia nera indossata da Varese nel 2004 con l’ultimo posto nella classifica dell’efficienza di gestione: dodici mesi dopo, con un indice cash flow/fatturato di 4,19, le imprese varesine salgono di un gradino all’11° posto.

Vale doppio il progresso nella graduatoria della remuneratività del capitale con un roe di 4,71 da 9° posto ma è la buona salute finanziaria a procurare alle imprese varesine il loro miglior piazzamento, nientemeno che da medaglia d’argento, con un indice oneri/fatturato di 0,03 che mette Varese al 2° posto in Lombardia. Per il resto Varese scivola dal 9° al 10° posto nella graduatoria della redditività (indice utile netto/fatturato 1,19) e dal 5° al 7° in quella della patrimonializzazione con un indice mezzi propri/fatturato di 26,47.

Con un tandem milionario la meccanica in grande spolvero (193 imprese, 27,0% del fatturato, risultato di slancio raddoppiato a + 151,5 milioni di utili quasi tutti concentrati nelle 161 imprese di maggiori dimensioni mentre le small non arrivano neppure al milione) rafforza la sua presa sul vertice della graduatoria provinciale con la Whirlpool Europe di Comerio 1ª (1.471,6 milioni, + 2,6%) e la Agusta di Samarate 2ª (1.166,7 milioni. + 32,7%).

Nella chimica/farmaceutica (53 imprese, 11,3% del fatturato, brusca virata verso il basso con perdite per – 30,9 milioni concentrate interamente nelle imprese maggiori) il punto di riferimento rimane la Novartis Farma di Origgio (3ª, 752,1 milioni, + 2,5%) con la sua taglia oversize per il comparto, quindi per la stessa Sadepan Chimica di Castelseprio (6ª, 180,7 milioni, – 4,6%). Il varie (105 imprese, 11,2% del fatturato, redditività in ribasso e rosso evitato solo perché i + 1,5 milioni delle small compensano i – 1,2 milioni di perdite delle maggiori) vola sempre nel segno dello scalo di Malpensa con la Eurofly di Somma Lombardo 4ª (271,5 milioni, + 10,7%) e la Sea Handling di Somma Lombardo 7ª (177,9 milioni, + 0,2%). All’affollato pranzo di gala dell’alimentare varesino (24 imprese, 4,3% del fatturato, rosso per – 10,6 milioni) il posto di riguardo è sempre riservato alla Lindt&Sprungli di Induno Olona (8ª, 174,8 milioni, + 7,5%), leader a tutto tondo con una raffica di primi posti per ricavi, mezzi propri, redditività, efficienza gestionale, occupati e ritorno delle vendite. Le fa corona la Irca di Gallarate (28ª, 95,3 milioni, + 10,6%).

La metallurgia (79 imprese, 7,0% del fatturato, utile + 61,4 milioni quasi raddoppiato in un anno e pressoché tutto concentrato nelle imprese maggiori visto che le 12 small non arrivano al milione) fa il suo ingresso nella Top Ten provinciale con la Foroni di Gorla Minore (9ª, 172,0 milioni, + 54,4%) che rende sempre più salda la sua leadership settoriale centrando un en plein di primi posti per crescita annuale, redditività, efficienza di gestione, robustezza patrimoniale e buona salute finanziaria. Negli spazi di manovra resi angusti da un Numero Uno tanto autorevole riesce a mettersi in luce la Utensilerie Associate di Monvalle (34ª, 85,1 milioni, + 2,0%).

Nell’edilizia (53 imprese, 2,8 % del fatturato, utile dimezzato a + 9,0 milioni di cui 2,7 realizzati dalle small) l’oro è sempre della Iniziative Immobiliari di Gavirate (11ª, 162,0 milioni, – 54,1%) e l’argento alla Bi&Di Real Estate di Varese (141ª, 30,6 milioni, – 67,5%).

Nel commercio (264 imprese, 21,1% del fatturato, utile in calo a + 23,6 milioni di cui 0,2 realizzati dalle 29 small) la Energia di Varese (12ª, 146,4 milioni, + 7,2%) allunga sulla seconda società “over 100 milioni”, la Orrigoni di Malnate (17ª, 127,8 milioni, + 3,9%).

Si conferma alla guida della plastica (61 imprese, 5,5% del fatturato, risultato in netta crescita a + 10,8 milioni con le small a quota + 1,5) la Industrie Ilpea di Malgesso (14ª, 139,6 milioni, – 8,7%) che pur in calo di fatturato può contenere agevolmente la grintosa Alfatherm di Venegono Superiore (21ª, 121,4 milioni, + 9,7%), prima per mezzi propri e cash flow.

Con i suoi punti di forza nella maglia e nella moda, l’abbigliamento difende con successo i propri spazi nel “Sistema Varese” con 32 imprese, il 2,8% del fatturato e un risultato in leggera crescita a + 23,6 milioni nonostante il piccolo rosso delle small per – 0,3 milioni.

Ad aprire la sfilata a passo di carica, conquistando anche il primato per dimensioni, è la Dama di Varese (16ª, 132,9 milioni, + 15,6%) che trionfa incontrastata pressoché a tutti i livelli. A cederle il passo è la Preca Brummel di Carnago (20ª, 121,5 milioni, – 6,6%).

Senza punti deboli il predominio nel tessile (82 imprese, 4,2% del fatturato, risultato schizzato a + 14,6 nonostante i – 1,6 milioni persi dalle small) della Eurojersey di Caronno Pertusella (59ª, 59,4 milioni, + 12,8%) che tiene saldamente in pugno i primati che contano – dimensione, efficienza gestionale e redditività – lasciando alla Mascioni di Cuvio (80ª, 48,1 milioni, + 0,5%) solo quello per robustezza patrimoniale.

Il cemento (16 imprese, 0,9% del fatturato, utile su a + 7,3 milioni di cui 0,8 nel segmento small) vede i due cavalli di razza spartirsi i galloni del primato con la MC Prefabbricati di Cardano al Campo (90ª, 43,3 milioni, + 14,9%) prima per dimensioni, mezzi propri, salute finanziaria e addetti e la Fratelli Mara di Lonate Pozzolo (233ª, 18,7 milioni, – 10,5%), che la segue, prima per redditività e cash flow.

Carte sempre al loro posto nel cartario/poligrafico (30 imprese, 1,5% del fatturato, risultato raddoppiato a + 1,6 milioni di cui 0,5 realizzati dalle small) con la Munksjo Paper di Besozzo (106ª, 37,0 milioni, – 36,5%, la più patrimonializzata e quella con più addetti) davanti alla La Tipografica Varese (186ª, 22,5 milioni, + 0,7%, prima per cash flow).

Infine nel legno/mobilio (9 imprese, 0,4% del fatturato, utile + 0,2 milioni) passa a fare l’andatura con decisione la F.lli Salviato di Castronno (193ª, 21,7 milioni, + 44,7%) scalzando la Arredi Tecnici Villa di Caronno Pertusella (213ª, 20,3 milioni, + 5,9%) in crescita più contenuta e prima per robustezza patrimoniale. 

Made in Varese è distribuito nelle edicole di Varese città e può essere richiesto all’Editore Bergamo 15 Srl, via Palazzolo 67, 24122 Bergamo, telefono 035-217848, fax 035-212600, e-mail: madein@bergamo15.it.

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Pubblicato il 11 Ottobre 2007
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