Mense scolastiche, il comune sceglie il dialogo

La refezione non viene più garantita ai bambini che non fanno il doposcuola, i genitoir protestano ma l'assesore dice: "Troviamo una soluzione insieme"

Botta e risposta tra assessore e genitori sulla questione mensa. Con una lettera indirizzata a sindaco, assessori e stampa i genitori degli alunni della scuola primaria E.Medea e della G. Marconi di Varese rispondono all’amministrazione comunale in merito alla decisione di sospendere il servizio mensa, nei giorni in cui non c’è il rientro pomeridiano, per i bambini non iscritti al doposcuola. In particolare i genitori, vista la situazione e l’impossibilità per molti di loro di trovare una soluzione alternativa, chiedono «al Comune di Varese di lasciare invariato il servizio di refezione fino al termine dell’anno scolastico in corso».

E l’assessore ai Servizi educativi Patrizia Tomassini, dopo l’incontro di stamattina con i dirigenti scolastici, risponde chiarendo la posizione dell’amministrazione comunale: «Nessuno vuole danneggiare nessuno», tanto meno il comune, in prima linea nella ricerca di una soluzione alternativa visto che, come riconosce l’assessore, questa porta un concreto disagio ai genitori. «La situazione è diventata insostenibile: i bambini possono usufruire della mensa solo in due casi, per il rientro pomeridiano o se iscritti al doposcuola. Gli altri, non correttamente conteggiati, non sono seguiti e curati in maniera adeguata». Una mancanza di sicurezza che deve essere affrontata e risolta, in collaborazione con genitori ed istituti scolastici.
Ma questi ultimi, secondo l’assessore, non sono tutti pronti a tendere la mano all’amministrazione: solo alcuni hanno infatti dato la loro disponibilità a collaborare, durante il servizio mensa, con gli educatori del Comune durante la pausa pranzo. Con gli altri, e con i genitori, si deve ancora parlare: per l’assessore Tomassini una soluzione potrebbe essere un lento passaggio al tempo pieno, con un maggior numero di rientri, come già succede in parecchi comuni dove l’amministrazione si occupa solo del servizio mensa senza dover pensare anche al dopo scuola.

Ma rimane comunque tutto in sospeso, ora bisogna trovare una soluzione temporanea per arrivare fino a giugno, anche tramite l’utilizzo di contratti temporanei per esempio, «perché il disagio che si vuole arrecare è il minore possibile sia per i genitori che per il comune stesso». Per prima cosa si deve quantificare: bisogna cioè contare quanti sono i bambini che effettivamente rimangono a scuola pur non essendo regolarmente iscritti, un numero che non cambia solo da scuola a scuola ma anche da giorno a giorno, appurare quali sono le disponibilità ancora per le iscrizioni al dopo scuola, per poi arrivare ad una proposta concreta con dati alla mano. Intanto l’assessore tende la mano: «Io sono per il dialogo; questo problema c’è da sempre, ma si sta espandendo a macchia d’olio negli ultimi anni. Ora bisogna trovare una soluzione definitiva e non solo a breve termine».  E intanto, quei genitori che hanno espresso la volontà di partecipare al consiglio comunale di stasera, sono attesi dall’assessore e dal sindaco Attilio Fontana. Un piccolo sassolino la Tomassini se lo vuole però togliere: «Il problema – sottolinea –  nasce a monte a causa, forse, di un’informazione non propriamente corretta da parte delle scuole nei confronti dei genitori sulle varie soluzioni offerte».

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Pubblicato il 01 Ottobre 2007
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