Moschea, scritte anti-islamiche e insulti al sindaco
Scritte e frasi xenofobe sull'asfalto. Condanna unanime da destra a sinistra. La comunità islamica: "Non facciamoci travolgere dai provocatori"
«No islamici», «No moschea» e, per non mancare alcun bersaglio anche pesanti ingiurie nei confronti del sindaco: «Chierichetti al muro». Parole pesanti come macigni scritte a caratteri cubitali sull’asfalto sono apparse questa mattina, 31 ottobre, sulla strada alzaia che collega il centro con la frazione Mulini. La città è al centro di un grande dibattito, negli ultimi mesi, riguardo alla possibile costruzione di una moschea nel territorio di Sesto Calende. Tra favorevoli e contrari la città è spaccata ma il dialogo tra le parti si è svolto, fino ad oggi, in modo pacifico e senza toni particolarmente accesi. Piovono le condanne del gesto e le dichiarazioni di solidarietà da ogni parte politica sia da destra che da sinistra a sostegno del sindaco Eligio Chierichetti.
In un comunicato condiviso dalla maggioranza e dal capogruppo Roberto Caielli che sostiene il sindaco, dalla Lega e da Forza Italia si legge: «Come cittadini e come persone impegnate nel confronto politico e a nome dei rispettivi raggruppamenti politico-amministrativi espremiamo la più totale solidarietà al Sindaco Chierichetti, fatto oggetto di scritte ingiuriose e minacciose da parte di ignoti teppisti della politica. – continua il comunicato – Condanniamo ogni forma di esasperazione del confronto politico e auspichiamo e ci impegnamo perchè lo stesso avvenga nel massimo rispetto delle persone e delle idee liberamente espresse». Sempre il capo-gruppo Caielli esprime anche «rispetto e solidarietà anche verso la comunità islamica sestese».
Mamadou Sylla, rappresentante dell’associazione degli islamici di Sesto Calende risponde così al gesto xenofobo: «Crediamo che finchè c’è il dialogo, una via d’uscita la si trova sempre – sostiene Mamadou – non condividiamo questo tipo di azioni e non ci facciamo travolgere dai provocatori. Chiunque sia stato, condanniamo senza se e senza ma». Alla domanda se c’è qualche idea sugli autori del gesto Mamadou Sylla non si sbilancia: «Può essere qualche singolo provocatore del paese oppure gente da fuori venuta a gettare veleno sul dialogo – spiega – noi guardiamo sia da una parte che dall’altra». Ora resta la paura: «Vi posso assicurare che abbiamo più paura noi – conclude Sylla – di quelli che hanno paura di noi»
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