Omicidio colposo, un medico del pronto soccorso a giudizio
Arrivò con una ferita in testa, fu dimesso, ma morì a casa. Iniziato il processo in tribunale
Un medico del pronto soccorso è comparso oggi (lunedì) davanti al banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo. I fatti risalgono al 2002, quando un giovane di 35 anni di Caronno Varesino, Sandrino Zanet, si presentò in pronto soccorso con una ferita al capo. L’uomo, dopo aver bevuto, aveva litigato con un compaesano nella piazza del paese, rimediando un pugno in faccia che lo aveva fatto cadere in terra, dove aveva battuto violentemente la testa. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Sara Arduini, il medico di guardia quella notte lo rimandò a casa troppo in fretta e senza avvisare i familiari delle possibili conseguenze della caduta, semplicemente prescrivendo riposo e l’applicazione di ghiaccio; versione che nelle prossime udienze sarà contrastata dalla difesa (avvocati Martelli e Puerari) che invece sostiene un corretto operato da parte dei medici. In reparto l’uomo era stato sottoposto a una radiografia e aveva ricevuto alcuni punti di sutura, prima di essere dimesso.
Una volta giunto a casa, però, si era addormentato, alle prime luci dell’alba, ma per il trauma cranico non si era più risvegliato morendo la mattina dopo alle 12 e 30. La parte civile (avvocati Giuseppe e Luca Carignola) chiede un risarcimento alla dottoressa e all’ospedale, anche in considerazione del fatto, sostengono, che Zanet quella sera era probabilmente sotto l’effetto di alcolici, e sarebbe stato meglio trattenerlo in ospedale per qualche ora. In un precedente processo, celebrato con il rito abbreviato, l’uomo che sferrò il pugno al ragazzo è stato condannato a 4 anni e 6 mesi per omicidio preterintenzionale. I sanitari sono difesi avvocati Martelli e Puerari. In aula sono stati ascoltati alcuni testimoni dell’accusa che hanno ricostruito gli avvenimenti di quella notte. Prossima udienza l’8 novembre.
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