«Palazzo Visconti: è grave che molte cose siano emerse solo ora»

Nicola Gilardoni di Uniti per Saronno propone di capire quali immobili comunali siano vendibili per finanziare il restauro. Roberto Strada dei Verdi chiede perché sia stato permesso alle associazioni di utilizzare locali obsoleti

Le polemiche in consiglio comunale su palazzo Visconti non sono mancate. Dopo l’intervento del sindaco Gilli e la sua richiesta di lavorare uniti, la minoranza ha chiesto la parola, ma il regolamento del consiglio non ammette repliche alle dichiarazioni iniziali del sindaco. L’ufficio di presidenza ha quindi deciso di fissare un consiglio comunale dedicato al palazzo prima della fine di ottobre.
Ma non è finita, alcuni rappresentanti della minoranza hanno comunque voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Nicola Gilardoni di Uniti per Saronno dichiara di condividere il pensiero del sindaco, «ma non sono mai state condivise le scelte dell’amministrazione sullo stabile. Molte cose le abbiamo sapute stasera, come il fatto che pompieri e sovrintenza avessero detto di no all’insediamento di un centro polifunzionale. È un fatto molto grave che non ci sia mai stato comunicato. Nessuno di noi ha mai negato l’esigenza di ristrutturare e quello che è accaduto in questi giorni non ha niente a che vedere con le osservazioni da noi mosse che hanno anche fatto vacillare i consiglieri di maggioranza».
Ed emerge anche una proposta: «Avevamo proposto in passato, ancora ad aprile – prosegue Gilardoni – quando ci fu detto che la finanziaria non permetteva di accedere ai mutui per finanziare il restauro, di istituire una commissione patrimonio. La commissione avrebbe avuto il compito di capire quali bene del comune sono alienabili e quindi vendibili per poter finanziare il progetto. Accogliamo in toto l’invito del sindaco e rilanceremo la nostra proposta».

«Il sindaco ha detto che quel che è successo è anche dovuto alla mozione che ha mandato in crisi la maggioranza sulla destinazione di Palazzo Visconti – prosegue Roberto Strada dei Verdi -. La cosa mi fa arrabbiare, abbiamo solo chiesto di rispettare le promesse date in campagna elettorale e di coinvolgere i cittadini per il futuro del Palazzo. La destinazione deve essere decisa dalla città. Per questo accogliamo con piacere la proposta della società storica saronnese che va in questa direzione. E poi se proprio si vogliono cercare delle responsabilità su quanto accaduto, la Giunta che vuole sempre accontentare tutti, ha dato la possibilità a diverse associazioni di utilizzare spazi obsoleti. E adesso siamo qui a discutere di quanto accaduto».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Ottobre 2007
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