Precari a Malpensa, ora i giudici li fanno assumere
Nuova sentenza in tribunale che ordina l'assunzione di due interinali addetto al carico e scarico bagagli
Che Malpensa sia un vero e propri laboratorio del precariato lo hanno detto e ripetuto in tanti. Da qualche tempo però ci sono anche alcune sentenze che avallano questa tesi: sono quelle emesse dai giudici del lavoro di Milano e Busto Arsizio che hanno reintegrato al lavoro con contratti a tempo indeterminato dipendenti di varie società di gestione aeroportuale che fanno del lavoro interinale un uso quanto meno disinvolto. L’ultimo episodio questa mattina, 3 ottobre, quando il giudice La Russa del tribunale di Busto Arsizio ha dato ragione agli avvocati Giovanni Sertori e Alberto Medina, legali di due dipendenti di Sea Handling nel settore del carico/scarico bagagli, assunti varie volte con contratti a termine e poi licenziati: i due stando al primo grado della sentenza, dovranno essere riammessi al lavoro a tempo indeterminato con il risarcimento per tutti gli stipendi persi nei mesi che non hanno lavorato.
Nei mesi scorsi alcuni dipendenti della società che gestisce gli scali milanesi e di altri handler avevano percorso la via del tribunale per tutelare i propri diritti: 17 vinsero una causa circa un anno fa al tribunale di Milano, altri otto furono riammessi al lavoro con decisione del Tribunale di Busto: «Sono tre i giudici ad averci dato ragione – commenta Renzo Canavesi, sindacalista dello Slai Cobas – e anche le ritorsioni messe in atto nei confronti di alcuni lavoratori spostati ingiustamente a Linate, sono rientrate. Di cause ce ne saranno tante altre, i lavoratori devono vigilare e non farsi condizionare dal terrorismo psicologico in atto». Non solo Cobas, comunque. Anche Cgil ha alcune cause in corso e le altre sigle sindacali non sono da meno. In tutto i lavoratori che si trovano in condizione di poter rivendicare diritti per l’ingiusto trattamento al quale sono sottoposti, vale a dire interinali e stagionali che si vedono prorogare e rinnovare da anni contratti senza garanzie e di durata limitata, a Malpensa sono calcolabili nell’ordine dei 4-500, più una serie di altri che sono in bilico, perché al primo contratto di questo tipo.
E sì che la legge offre garanzie flessibili nel mercato lavorativo del trasporto aereo: una società come Sea (o Ata, o Aviapartners, tutti gli handler sono sullo stesso banco degli imputati) può assumere lavoratori nei periodi di picco per circa 10 mesi all’anno (6 mesi da aprile a ottobre e 4 mesi nel resto dell’anno), ma a Malpensa come negli altri aeroporti italiani l’emergenza diventa abitudine e i contratti si susseguono senza soluzione di continuità: «Addirittura, in una causa che affronteremo a dicembre, ci siamo trovati di fronte a lavoratrici assunte con contratto interinale della durata di 14 mesi: voglio proprio vedere come si giustificherà Sea – attacca l’avvocato Giovanni Sertori -. Certo, il precariato è dilagante e porre un rimedio sarebbe utile e auspicabile, ma al momento basterebbe rispettare le leggi che ci sono e danno un ampio margine di manovra alle aziende, che invece utilizzano la flessibilità in maniera illegittima».
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