Sciopero a Malpensa, 200 voli cancellati

I lavoratori protestano contro il piano di ristrutturazione di Alitalia. Lo scalo bloccato per l'intera mattinata. Il sindacato: "E' solo l'inizio"

Lavoro, regole, no al precariato. Questi i temi portanti della manifestazione che i lavoratori dell’aeroporto di Malpensa hanno portato a termine a partire dalle 10 di oggi, lunedì 22 ottobre, fino alle 14. Quattro ore di sciopero per gridare forte la contrarietà del mondo del lavoro al piano Alitalia che prevede lo spostamento di 150 voli dallo scalo della brughiera a Roma Fiumicino. In 5/600 hanno sfilato sotto le bandiere di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl, Sdl, Flai, Cub Trasporti, Slai Cobas, dipendenti di numerose delle aziende che gravitano nell’orbita dell’aeroporto, lavoratori di tutti i settori, dal check-in fino al carico e scarico bagagli, passando per catering e pulizie, quelli che rischiano di più, perchè tutti o quasi precari e senza reti di protezione: se Alitalia se ne andrà, per loro non ci saranno ancore di salvataggio. Presente all’inizio della manifestazione anche il presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni: «Sono qui in veste ufficiale per dare il mio appoggio ai lavoratori – ha detto -, non poteva essere altrimenti. Gli sviluppi che si prospettano non sono negativi, ma in Alitalia è da tempo che non ci credo più. Io sono disposto a seguire i lavoratori nelle prossime forme di lotta che sceglieranno. Il ministro Bianchi? Non l’ho sentito, è sempre più arrogante, non mi ha dato segnali di nessun tipo».

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Cori, striscioni, musica. I lavoratori hanno bloccato le rampe di accesso all’aeroporto per circa un’ora, causando numerosi disagi ai passeggeri che invano hanno tentato di raggiungere lo scalo: alcuni sono scesi da taxi e pulmini e hanno percorso a piedi la strada fino al terminal. In molti sono però rimasti con un l’amaro in bocca perchè numerosi voli (circa 200, 102 in partenza e 95 in arrivo) sono stati cancellati. La rabbia e la delusione l’hanno fatta da padroni, anche se in molti hanno guardato con curiosità i lavoratori sfilare all’interno dello scalo e tanti hanno anche colto l’occasione per scattare qualche foto. In mezzo al corteo serpeggiava la paura, i dubbi sul futuro dello scalo tra low cost e vettori di riferimento, soprattutto da parte di chi, la netta maggioranza, è assunto con contratti di lavoro precari e che con i prospettati tagli di Alitalia rischia concretamente di essere lasciato a casa. Tantissimi i dipendenti del catering e delle pulizie, italiani, marocchini, russi, rumeni, che un contratto “normale” non l’hanno mai avuto e probabilmente mai l’avranno, a meno di ricorrere alle vie legali come molti hanno fatto e stanno facendo negli ultimi mesi. 

Soddisfatti i sindacati per la riuscita dello sciopero: «Ribadiamo con forza la volontà di impedire il trasferimento dei voli da Malpensa, vogliamo che sia il compratore a decidere del futuro della compagnia e di Malpensa e vogliamo che si continui ad investire in questa infrastruttura, costata tanto e che non ha senso che sia lasciata semivuota o low cost – spiega Nino Cortorillo, segretario regionale Filt Cgil -. Non accettiamo strumentalizzazioni, chiediamo infine che sia il tavolo per Milano il luogo dove si decida il futuro dei lavoratori di Malpensa e del trasporto aereo in Lombardia».
«L’adesione è stata alta – ha detto Dario Balotta, Fit Cisl regionale -, un no forte e chiaro alla politica e al Governo, un messaggio per ribadire che per noi la scelta di Alitalia è scellerata. Questo è un ptimo passo, la mobilitazione non si ferma qui». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Liviano Zocchi della Uil Trasporti che attacca Enac e le aziende che hanno «precettato i lavoratori impedendo loro di andare in manifestazione». Victor Morchio dell’Sdl ha chiesto «regole non solo per Alitalia ma per tutto il comparto del trasporto aereo. Malpensa è un disatro per i diritti, ognuno fa quel che vuole, serve coordinamento». Duro Antonio Ferrari di AlCobas: «Malpensa è un pantano del precariato, serve dignità e legalità». Chiude megafono alla mano Franco Brioschi, Filt Cgil «È la prima manifestazione – ha gridato -, non sarà il precariato a dover pagare. Tutti i lavoratori si devono impegnare e con loro enti ed istituzioni per evitare che a pagare le scelte di Alitalia siano i lavoratori. Oggi abbiamo seguito le regole, se non ci ascolteranno potremmo anche non seguirle più».     

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Pubblicato il 22 Ottobre 2007
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