Scuole elementari, le opposizioni sul piede di guerra
Le opposizioni chiederanno venerdì 5 ottobre le dimissioni dell'assessore Leone, che si difende: "Fatto tutto secondo le regole, non so cosa possano imputare all'amministrazione"
Aria di bufera a Oggiona con Santo Stefano. I consiglieri comunali delle liste “Progetti e soluzioni – Lega Nord” (Piero Colombo e Mario Cervini) e “Per un Paese Nuovo” (l’ex sindaco destituito Stefania Maffioli, Mario Aspesani e Alfonso Massimo Scaleia), questi ultimi vicini al Polo Civico di Centro, chiedono la testa dell’assessore alla Pubblica Istruzione Aurora Leone. I motivi sono ancora sconosciuti e verranno resi noti solo venerdì 5 ottobre, in una conferenza stampa alla quale parteciperanno anche i vertici provinciali del Carroccio: dalle indiscrezioni pare però che alla base del contendere ci siano ritardi e una presunta cattiva gestione della situazione della scuola elementare di Santo Stefano, una delle due frazioni del paese, diviso come nemmeno la Berlino della cortina di ferro: non c’è il muro, ma una vallata a dividere le due anime di un centro che accoglie poco più di 4 mila abitanti.
I bambini dell’istituto “General Cantore” di via Guglielmo Marconi hanno dovuto cominciare l’anno fuori sede, per i lavori necessari per la messa a norma dello stabile, in ottemperanza alle leggi regionali e sfruttando il contributo di 75 mila euro erogato proprio dal Pirellone: «I lavori sono partiti in agosto e come previsto dal bando sono terminati a fine settembre – spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione di Oggiona con Santo Stefano, Aurora Leone -. I bambini sono stati trasferiti nell’edificio della scuola elementare “Cesare Battisti” di via Risorgimento fino allo scorso primo ottobre, quando hanno potuto tornare nella loro scuola. Le aule che li hanno ospitati per 15 giorni sono belle e ampie, luminose e all’avanguardia, anche perché l’edificio di Oggiona è più moderno di quello di Santo Stefano: il Comune ha predisposto un servizio di trasporto pubblico e la mensa. Abbiamo fatto tutto quanto necessario per limitare all’osso i disagi, non abbiamo ricevuto lamentele dalle famiglie. Non capisco proprio cosa possano contestare a me e all’amministrazione comunale. Vedremo, temo sia una manovra politica: sono tranquilla e con la coscienza a posto, comunque».
I rappresentanti dei due partiti di opposizione non si sbottonano e si dicono pronti a sganciare la “bomba” venerdì 5 ottobre: arriverà la richiesta di dimissioni e quella di un consiglio straordinario sul tema scuola.
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