Solidarietà a Castiglioni, accesa polemica sulle parole

La mozione di solidarietà all'ex partigiano divide i poli. La maggioranza: «Inutile rimarcare il divieto di ricostituire il Pnf». Senaldi (Margherita): «Un tempo avremmo votato insieme, comunisti e democristiani»

Scontata la solidarietà alle vittime di aggressioni, superfluo rimarcare che la ricostituzione del disciolto Partito Fascista è reato: la discriminante antifascista divide ancora le forze politiche e alla faccia della tanto decantata fine delle ideologie si scatena la bagarre. Al punto che alla fine i consiglieri di opposizione si vedono apostrofare tutti come “comunisti”. 

La mozione di solidarietà ad Angioletto Castiglioni , vittima di un atto intimidatorio a Busto Arsizio, è stata presentata da Aldo Lamberti (DS), che accoglie subito una parte dell’emendamento presentato dal centrodestra, quella che specifica che l’aggressione all’ex partigiano è stata solo “verbale”. Il centrosinistra compatto si schiera però a difesa delle altre parti che la maggioranza vorrebbe emendare, quelle in cui parla di “atti incitanti all’odio razziale” e tendenti alla “ricostituzione del partito fascista”: «Il richiamo è superfluo, il divieto è già previsto dalla legge, perché rimarcarlo?», si è chiesto Alberto Ramponi (FI). Già nel corso della presentazione della mozione si scatena la polemica, che vede in prima fila Marco Buscemi (FI) da una parte e Lamberti e Marco Casillo dall’altra. Un botta e risposta che sale sempre più di tono

«In questo Paese serpeggia una simpatia per il fascismo che non è solo di singoli, ma di gruppi organizzati», dice Pierluigi Galli (Ds), che critica non solo il fascismo esplicito, ma anche quello più subdolo «come l’insulto all’immigrato, al disabile, al diverso». Anche Cinzia Colombo (Prc) ricorda il diffondersi di episodi di intolleranza e di aggressione fisica non solo contro gli avversari politici, ma anche su base etnica e di orientamento sessuale e aggiunge: «Sarà anche già scritto, ma se oggi c’è qualcuno che vuole ricostituire il partito fascista, perchè non rimarcarlo? Se la mozione non passasse, coglierei che c’è qualche difficoltà ad ammettere che si è contro il divieto di ricostituzione». «E’ comunque superfluo ribadire ciò che già è previsto dalla Costituzione e dalla legge Scelba», hanno risposto dal centrodestra Buscemi e Giuseppe De Bernardi Martignoni (AN).  

«Di fronte ad atti di intimidazione ai danni di cooperative di destra, inizialmente addebitati a gruppi di estrema sinistra, l’opposizione taceva», ha aggiunto ancora Buscemi, che ha chiesto anche una legge che vieti l’apologia e la propaganda per il comunismo. E’ singolare che la proposta arrivi in contemporanea a quella di Luca Volontè (Udc) in Parlamento, peraltro osteggiata anche da esponenti del centrodestra come Gianfranco Rotondi della Nuova Dc, che ha ricordato il sacrificio di tanti partigiani comunisti per la libertà d’Italia. Sarà che fino a vent’anni fa l’antifascismo era un valore comune, come sottolinea Angelo Senaldi (Margherita): «Allora si contrapponevano due partiti forti, il PCI e la DC, e due visioni diverse della società. Ma una mozione come questa l’avremmo votata insieme democristiani e comunisti. Guardo con nostalgia ad un passato non lontano in cui certi ideali erano condivisi».   

Alla fine – mantenendosi la discussione su toni accesi – il presidente Donato Lozito (Dc-Nuovo Psi) sospende la seduta e convoca i capigruppo per trovare un accordo in extremis. Detto, fatto: dopo pochi minuti di attesa, esce il testo emendato, che vede l’aggiunta della condanna dell’«estremismo di ogni colore politico». Il testo va al voto, ottenendo 24 voti favorevoli e l’astensione dei forzisti Alessandro Petrone, Marco Buscemi e Calogero Ceraldi.

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Pubblicato il 30 Ottobre 2007
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