Sta per vincere la “Lobby virtuosa” per le strade lombarde?
Una Pedemontana che fa bene all'ambiente, i tempi rispettati, la sinistra che dialoga con la destra. Tutti i miracoli annunciati delle infrastrutture regionali
Le grandi strade lombarde "s’hanno da fare", perchè fanno bene all’economia, al paese e persino all’ambiente: “La Pedemontana è un’occasione per risanare l’ambiente, anche dal punto di vista paesistico: libereremo la mobilità ordinaria, i centri urbani, persino le emissioni in atmosfera – è infatti la stupefacente ammissione del presidente di Pedemontana, Fabio Terragni, nel corso della tavola rotonda sulle infrastrutture lombarde all’interno dell’assemblea di CNA Lombardìa – E la differenza sta in una gestione efficiente dell’opera. Realizzare bene le opere è un contributo fondamentale al miglioramento dell’ambiente in cui si vive”. Lì per lì, sembra un’affermazione difficile da capire. Ma a pensarci bene, il congestionamento di trafffico nei paesi che stanno su quel tracciato non fa bene ai loro cittadini, e la Pedemontana – cui per la prima volta Terragni, e con lui la regione Lombardia, sembrano dare scadenze credibili e non troppo in là nel tempo: apreertura nel 2010 e conclusione lavori nel 2016 -sgraverebbe un po’ di quelle fumose code.
Anche se troppo spesso, a dire il vero, è proprio la politica, anche quella locale, a creare quei “tappi” burocratici o ideologici che hanno tenuto fermi per lungo tempo tutti questi progetti.”Dobbiamo smetterla di creare microconflittualità diffuse – ha sottolineato Terragni – è folle affossare causa loro la possibilità di uno sviluppo competitivo che siamo riusciti a mettere in piedi e far partire. Da maggio ad oggi abbiamo già fatto molte cose, ma è un percorso ad ostacoli continuo. Dove non solo l’antipolitica, ma anche alcune istituzioni governative ci hanno messo del proprio”.
I continui veti “ideologici”, in una serie di opere che ogni anno che passa si configurano come sempre più vitali, non hanno più senso: “Parlo con tutti da anni per riuscire a far costruire questa benedetta Pedemontana, e sento critiche continue solo perchè parlo con chi può lavorare con me a questo obiettivo senza preoccuparmi di che casacca porta – sbotta Daniele Marantelli, accanito sostenitore di quest’opera fin dai tempi in cui era consigliere regionale, e ora cocciuto "divulgatore" della necessità per il paese di uno snellimento delle infrastrutture lombarde anche a Roma, da onorevole – Io non dovrei parlare con Maroni o Cattaneo per arrivare a mandare in porto la Pedemontana, solo perchè uno è leghista e l’altro è di Forza Italia, o peggio ancora è un ciellino? Se si ragona così, qui c’è una patologia da curare”.
Del resto fino ad ora “Al nostro territorio è mancata la sovranità, il potere di governo del territorio, la possibilità di decidere e di usare i propri flussi fiscali” ha sottolineato Roberto Zucchetti, sindaco di Rho ma soprattutto responsabile dell’area trasporti del Certet – Bocconi, il centro di ricerca sull’economia regionale, i trasporti e il turismo dell’università milanese. Una situazione che ha lasciato queste opere nel limbo delle promesse leggendarie, che hanno tanti stop quante promese di inaugurazione. E questi infiniti stop, che opere come la Pedemontana e la Brebemi subiscono da trent’anni, si combattono solo “facendo lobby comune, perchè sennò ci fanno la pelle”. è con questo frasario senza peli sulla lingua infatti che si esprime l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo per spiegare la assoluta necessità in questo caso del dialogo tra forze e istituzioni diverse. Poco dopo avere spiegato che “Abbiamo fatto anche troppo i polli di Renzo, a beccarci tra noi e poi finendo, come loro, tutti in padella assieme”.
Una cosa assolutamente da evitare, e che sembra per una volta sia stata evitata: in nome di un obiettivo comune ai lombardi, quello di uscire dallo strangolamento della cintura di Milano e crearsi delle infrastrutture più internazionali. E “Non è stato casuale che proprio qui si sia affrontato così potentemente il dibattito: pechè qui c’è il cuore pulsante dell’economia, solo qui si evidenziano nel modo giusto i problemi dei rapporti tra infrastrutture e crescita economica” parola del piemontese Daniele Vaccarino, vicepresidente di Cna, che ha concluso il dibattito e che non è immune dalla “questione lombarda” delle infrastrutture. Perchè “quando mi capita di dover andare a Malpensa da Torino, mi viene l’orticaria al solo pensiero che per salire su un aereo che mi porta nel mondo prenderò un’autostrada che finisce su un ponticello”.
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