Trasporti pubblici e abbonamenti scolastici, Berteotti si fa in quattro
Il consigliere comunale dell'Ulivo presenta quattro interrogazioni a risposta scritta sul tema, che ha fatto n poco discutere nell'ultimo mese
Se l’amministrazione comunale bustese credeva di aver seppellito la questione trasporti pubblici con la nuova tariffa speciale per studenti da 135 euro per fruire dei bus Agesp lungo tutto l’anno scolastico si sbagliava. Alessandro Berteotti, consigliere comunale dell’Ulivo, riparte alla carica con ben quattro interrogazioni a risposta scritta sul tema.
"Come si potrà intuire" scrive il consigliere, "vi sono alcune situazioni che lasciano perplessi in merito a come sia stata gestita la problematica, non ultimo l’annuncio di qualche giorno fa in merito al nuovo costo degli abbonamenti ordinari, scesi ora a 135 euro, mentre molti studenti hanno già pagato la quota di 180 euro. I 45 euro di differenza verranno rimborsati entro la fine dell’anno scolastico: giugno 2008! Vi sono tantissime cose che sono difficili da credere, eppure accadono, e quello che è stato qui oggetto di interrogazione non riferisce della qualità del servizio, come già illustrato molte volte e che rasenta l’assurdo per un paese civile. Attendiamo con ansia le risposte dell’Amministrazione e di AGESP".
La prima interrogazione è per sapere quanti siano stati gli abbonamenti al trasporto pubblico nel 2007/2008 rispetto all’annata precedente, e in particolare la differenza fra gli abbonati non residenti in Busto Arsizio nelle due annate; infine, si chiede di conoscere la differenza di entrate economiche tra i due periodi. Il secondo atto depositato chiede lumi sulle delibere con cui si adottarono durante l’estate le nuove tariffe, e sulla differenza tra "corse speciali" e ordinarie; il terzo affronta una serie di possibili incongruenze presenti nelle varie decisioni dell’amministrazione; infine, la quarta interrogazione chiede chiarezza sul futuro di Agesp Trasporti, sulla volontà di ricapitalizzarla o meno e sul ruolo di STIE. Tale azionista privato detiene infatti il 40% dell’azienda e nelle intenzioni avrebbe dovuto favorire, con la sua partecipazione, una maggiore efficienza del servizio.
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