La speranza non muore a 18 anni

"Torneremo a volare, gioiosi e inafferrabili, andremo sulle giostre, per le strade ribelli, negli orgasmi di tutti". Una delle tante frasi lasciate su quei muri che hanno visto il dramma, ma anche la voglia di vivere di tanti giovani.
Muri di via Mancinelli, dove la sera del 18 marzo del 1978, Fausto e Iaio vennero freddati da mani omicide non ancora assicurate alla giustizia.
Giovedì sera la pioggia non ha scoraggiato un nutrito gruppo di persone che hanno inaugurato il nuovo murales dedicato ai due ragazzi allora diciottenni. Un clima carico di emozioni, di energia positiva. I ragazzi di allora, oggi cinquantenni, si sono stretti ai "loro" professori, agli amici, alle mamme, a gente comune per continuare a tener vivo un ricordo che deve diventare memoria, perché senza di quella non si costruisce alcun futuro.
"Abbiamo lavorato a lungo su questo progetto, – racconta Barbara, compagna di scuola di Fausto, – volevamo salvare quel murales fatto a un anno dalla morte di Fausto e Iaio, ma al tempo stesso attualizzarlo, renderlo vivo con la città che stiamo vivendo adesso". Antonella è un’altra delle protagoniste, oggi come allora. E con loro e tanti altri è voluto esser presente e parlare a nome di tutti, Daniele Biacchessi (nella foto sotto), giornalista di Radio24 e autore del libro della Baldini & Castoldi che ricostruisce la storia dei due ragazzi milanesi.
Una storia, la loro, con tanti risvolti ancora non chiariti e che ha avuto un epilogo giudiziario sette anni fa quando il Giudice delle Udienze preliminari del Tribunale di Milano Clementina Forleo ha archiviato il caso affermando che "Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti dichiarazioni".