I vigili del fuoco di Inveruno, volontari dal 1861

La vita quotidiana e l’impegno di un distaccamento composto esclusivamente da volontari, quello di Inveruno. Che come quelli di Lomazzo intervengono talvolta anche in provincia di Varese

Andrea è uno studente, Tommaso un ingegnere, Pino un muratore e il comandante è un geometra. Però oltre ad essere studenti e ingegneri e muratori sono anche Vigili del Fuoco. Sono volontari, ma non “vigili della domenica” che si divertono a simulare catastrofi e incidenti: sono vigili del fuoco a tutti gli effetti, rispondono alle chiamate del 115 in ogni momento della giornata, tutti giorni della settimana, per tutto l’anno. Sono i vigili del fuoco volontari, in questo caso quelli del distaccamento di Inveruno. Eredi di una lunga tradizione, quella dei pompieri organizzati su base volontaria dai singoli comuni, a partire dal medioevo ma soprattutto dall’ottocento. Una tradizione viva anche oggi, a più di sessantacinque anni dalla costituzione del corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. 

 

Oggi, accanto alle caserme di Vigili del Fuoco professionisti, operano centinaia di distaccamenti con personale volontario. La maggior parte si trovano in zone montane, dove l’esistenza di boschi e terre comunitarie ha favorito una forte tradizione di volontariato nei Vigili del fuoco: più di sessanta i distaccamenti valdostani, 47 nella provincia di Belluno, mentre in Trentino e in Alto Adige praticamente ogni comune ha la sua casermetta. Ma la realtà delle caserme di volontari sono distribuite equamente sul territorio nazionale, da Ghilarza in Sardegna a San Daniele del Friuli, da Ciriè nella cintura torinese a Maletto nel catanese. Nell’alto milanese si concentrano tre dei dodici distaccamenti della provincia di Milano: Corbetta, Magenta e Inveruno

 

«Non si viene qui per giocare, la formazione è dura e rigorosa, le responsabilità sono concrete» spiega Ascanio Mangano, trentacinquenne di Inveruno. Per diventare Vigili del Fuoco volontari, infatti, si deve affrontare un percorso formativo di almeno un anno e un corso teorico/pratico di 120 ore presso il comando provinciale dei VV.FF. «Ogni anno, poi, bisogna accumulare numerose ore di aggiornamento». Una volta terminato l’iter, però, si è Vigile del Fuoco a tutti gli effetti: gli equipaggi del distaccamento di Inveruno sono formati solo da volontari, compresi i capipartenza, che hanno la responsabilità di guidare gli equipaggi negli interventi. «Quando arrivi sul luogo di un incendio non c’è nessuno che ti dice cosa fare, è il capopartenza che ha la responsabilità di fare entrare i suoi uomini in un edificio in fiamme» continua Mangano. Lui e altri dodici vigili volontari inverunesi sono in attesa di passaggio al ruolo di Caposquadra,  che ha anche funzioni di ufficiale di polizia giudiziaria. 

 

Il distaccamento di Inveruno è chiamato ad intervenire per primo per le chiamate provenienti da 12 comuni dell’alto milanese. Un tempo l’allarme veniva dato con le campane a martello, dopo la seconda guerra mondiale si è passati alla sirena, posizionata in cima al campanile. Oggi la sirena suona ancora, ma i volontari sono allertati anche con un cercapersone. Esistono poi dei momenti in cui la caserma è presidiata, con gli uomini (ma in realtà ci sono anche 2 donne)  pronti a montare sugli automezzi: il turno notturno prevede 4 vigili in caserma, mentre il turno domenicale è assicurato dalla presenza di 10 volontari. «Quando qualcuno chiama il 115 da queste località, il nostro distaccamento è il primo a partire: per questo sono detti comuni di prima partenza». Ma il distaccamento è chiamato ad intervenire anche nei comuni di seconda partenza, che sono una quindicina.  

 

A volte – come i loro colleghi volontari di Lomazzo – si spingono anche in provincia di Varese: nel 2007 sono intervenuti a Travedona per un incendio – scoppiato in un momento in cui tutti i distaccamenti varesini erano impegnati in altri interventi – e hanno portato rinforzo con la loro autobotte ai Vigili del Fuoco impegnati a domare le fiamme nel disastro della Chimitex a Fagnano Olona, ma anche nei due incendi all’Orsa di Gorla Minore. Nel 2007 in totale hanno effettuato 501 interventi, di cui più di 200 per incendi. Quasi tutti i mezzi in uso li hanno acquistato, per così dire, di tasca loro, grazie alle iniziative della locale Associazione Amici dei Pompieri. Un altro, prezioso contributo a servizio della propria comunità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Febbraio 2008
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