Teatrino “Gianni Santuccio” in festa
In occasione della Giornata mondiale del teatro proclamata nel ’61 dall’Unesco
Una festa ricca e originale, quella tenutasi ieri sera a Varese, presso il Teatrino “Gianni Santuccio”, in occasione della Giornata mondiale del teatro proclamata nel ’61 dall’Unesco. Un’occasione per vedere insieme i principali protagonisti del palcoscenico “made in Varese”, che si sono dati appuntamento all’arena di via Sacco per un lungo viaggio attraverso il teatro del Novecento. Un percorso impegnativo, un vero slalom tra autori e registi, prosa e poesia, Bel Paese e resto del mondo, lingua e dialetto, un teatro che c’è stato, c’è già e un teatro che potrebbe esserci. “Siamo soddisfatti per questa iniziativa, che per la prima volta mette assieme personaggi e realtà piuttosto diversi – spiega il direttore artistico dell’evento, Paolo Franzato –. Il Comune deve continuare a sostenerci e questa non deve essere un’iniziativa isolata”.
Alcuni interpreti che hanno preso parte alla serata, guidano da tempo esperienze formative e culturali, ma questa volta hanno scelto di mettersi in gioco in prima persona, senza rete, attori mescolati al pubblico del Teatrino, capaci di dare vita, come per magia, ad atmosfere sognanti o a scenette corrosive e divertenti, da soli o in coppia o in gruppi più ampi. Qualche esempio? Il monologo tratto dal “Gabbiano” di Cechov nelle parole e nei movimenti dell’intensa Luisa Oneto. Una paradossale scenetta di Karl Valentin (quello, per intenderci, che Brecht paragonava a Chaplin) sui preparativi di una coppia per andare a teatro proposti dagli esperti Silvia Priori e Andrea Chiodi. Ancora un fiabesco Valentin firmato da Silvia Sartorio. Una strepitosa traduzione milanese di Shakespeare evocata, con passione e ironia, da Betty Colombo. Un “improvviso” dedicato a Stefano Benni da una convincente Anna Bonomi. Un classico come il Pirandello dei “Sei personaggi” riletto da un austero Daniele Braiucca e da un inedito (in queste parti) Martin Stigol.
E poi i dibattiti tra le grandi visioni del teatro, da Brook a Grotowsky, da Brecht a Pasolini. E proprio con il poeta di Casarsa, e il suo attualissimo “Manifesto per un nuovo teatro”, ha chiuso la serata Paolo Franzato.
Straordinario il vero e proprio contrappunto, il dialogo ironico o drammatico intrecciato con i testi teatrali, attraverso Satie o marcette brechtiane, del pianoforte dell’impeccabile Chiara Nicora, uno dei punti di forza della serata.
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