Inquilini in rivolta: la riforma regionale li mette in ginocchio

Davanti alla sede dell'Aler, una trentina di persone si è data appuntamento per protestare contro la legge che rivede i canoni di affitto degli alloggi pubblici

Da 170 euro a 230 mensili. È l’aumento che molti inquilini dell’Aler si sono visti chiedere dopo l’approvazione in Regione della legge che rivoluziona i canoni d’affitto degli alloggi pubblici.
Questa mattina, una trentina di residenti dei quartieri di Bustecche, San Fermo, Montello, Belforte, San Gallo, si è presentata fuori dalla sede dell’Aler di Varese per protestare contro una riforma che li penalizza pesantemente: « Mio marito ha solo la pensione di 800 euro al mese. Come facciamo a vivere?» commenta un’anziana dimostrante.

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A guidare la piccola protesta c’erano i sindacalisti delle due rappresentante degli inquilini Sunia e Sicet, oltre ai sindacati Cgil e Cisl.

Alle undici abitanti e rappresentanti sindacali si sono dati appuntamento in via Como con tanto di bandiere e striscioni per chiedere che la legge venga cambiata o, quanto meno, si riapra la trattativa per rendere meno onerosa la riforma: «La legge voluta dalla Giunta Formigoni – recita il volantino distribuito – ha cambiato tutto il sistema dei canoni, ma invece di attuare una riforma degli affitti giusta e coerente con le finalità sociali degli alloggi, affrontando anche il problema del controllo dei costi aziendali e degli sprechi di gestione, si preoccupa solo di fare cassa a vantaggio delle Aler, scaricando sugli inquilini i costi per la manutenzione del patrimonio e sui Comuni i costi per l’assistenza alle famiglie in difficoltà nel pagamento degli aumenti».

I rappresentanti sindacali sono, poi, saliti negli uffici direzionali dell’Aler incontrando un consigliere d’amministrazione e il direttore delle utenze: « È stato un atto dovuto – ha poi spiegato Martignoni della Cgil ( salito insieme a Mostoni del Sicet, Occhicone del Sunia e Pagano della Cisl) – Loro ci hanno risposto che sono meri esecutori di direttive regionali, ma noi dobbiamo protestare in tutte le sedi possibili per far sentire la nostra voce».

Di tutt’altro tenore la posizione ufficiale dell’Aler che, in un comunicato sottolinea: «I vertici dell’Aler non hanno ricevuto alcuna comunicazione formale di questa manifestazione che principalmente ha come obiettivo di contestare la nuova legge che disciplina i canoni, ottenuta dopo 24 anni dall’ultima, alla quale si è arrivati dopo un lungo e meticoloso lavoro dell’Assessore Scotti che ha incontrato sia i sindacati regionali che le stesse Aler lombarde».

«Questa buona legge tiene finalmente conto dei numerosi elementi che riguardano le realtà dei nuclei familiari – ha commentato il presidente dell’Aler Giampietro Colombo – Come spesso affermo, si può considerare il nuovo canone come un affitto personalizzato che riesce a stabilire una certa equità di trattamento tra tutta la nostra utenza. Al di là dei tempi previsti dalla legge, ho dato indicazione al Direttore generale e agli uffici  competenti di adoperare, come sempre, la massima professionalità e sensibilità per venire incontro a quei casi problematici che si dovessero verificare riguardanti le fasce più deboli e quindi di nuovo affitto non sostenibile».

Prossimo appuntamento per i dimostranti è per martedì 8 aprile, quando si svolgerà una manifestazione davanti alla sede della Regione Lombardia. In partenza, da Varese, ci sarà un pullman alle 14.30 dal piazzale delle ferrovie dello Stato: «Mi raccomando – ha detto Martignoni – venite numerosi perchè dobbiamo far capire tutta la nostra preoccupazione»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Aprile 2008
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