Schifani al Senato, per Fini è necessario aspettare domani

La seduta di palazzo Madama si è aperta alle 10.30. Tutti presenti i 4 varesini che hanno partecipato alla prima vera sfida parlamentare

Ore 20.00
Fumata nera per Fini: a vuoto anche la terza votazione per l’elezione del presidente della Camera. La sua elezione è data per scontata nella giornata di domani, 30 aprile.

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I senatori alla conquista di Palazzo Madama 4 di 5

Ore 17.50
Alla camera inizia la terza votazione per Fini

Ore 17.30
Seconda fumata nera per Fini

Ore 15.15
Pierluigi Castagnetti, presidente provvisorio della camera, dà il via alla seconda votazione per eleggere il Presidente di Montecitorio. Anche per questa tornata elettorale è richiesta la maggioranza qualificata dei due terzi, comprese le schede bianche. La previsione è che Gianfranco Fini debba rimandare a domani il proprio insediamento. In ogni caso, per i deputati è in agenda, in caso di seconda fumata nera, un terzo scrutinio alle 18.

Ore 13.45
La seduta viene sospesa a Monecitorio. Dall’urna non esce il nome del presidente della Camera. Gianfranco Fini, candidato del PDL, ottiene 325 voti, 278 le schede bianche del Pd ,IdV e Udc. Per l’elezione erano richiesti i due terzi dei consensi. La seconda votazione ci sarà alle 15: anche in questo caso la maggioranmza sarà qualificata.

Ore 13.20
Il senatore Rizzi esce dall’aula: «Il primo momento è stato di grande emozione. È un’aula molto più piccola di quanto pensassi, un’arena pensata proprio per uno scontro diretto. In fondo, però, è come un consiglio comunale in seduta permanente… La giornata di oggi, comunque, non è stata indicativa. Bisognerà iniziare a lavorare. Speriamo di lavorare bene».

Ore 13.15
Dopo aver ricordato gli adempimenti formali che attendono i senatori. il presidente ha sospeso la seduta. la seconda seduta è in calendario il 6 maggio alle ore 9.30

Ore 13.10
Si è conclusa la votazione a Montecitorio per l’elezione del Presidente della Camera. Difficile appare la proclamazione al primo turno di Gianfranco Fini.Il secondo scrutinio è in programma alle 15.

Ore 13.00
Renato Schifani prende per la prima volta la parola in qualità di Presidente del Senato. Dopo il saluto istituzionale al Capo dello Stato Napolitano l’esponente, del PDL, capogruppo di Forza Italia nella passata legislatura, riassume gli obiettivi principali di questa legislatura che potrà lavorare in modo più incisivo grazie alla semplificazione derivante dalla composizione degli schieramenti. «Questa stagione della politica ci offre una straordinaria opportunità, sta a noi coglierla» ha detto Schifani indicando in sicurezza e legalità i problemi più pressanti

Ore 12.55
Giulio Andreotti, al termine dello spoglio, annuncia l’elezione di Renato Schifani alla presidenza del Senato. Al primo turno, l’esponente di Forza Italia fedelissimo di Berlusconi, ha ricevuto l’investitura ottenendo 178 voti, quattro in più dei senatori del centrodestra. Paolo Rossi ha ricevuto un voto.

Ore 12.30
Si è conclusa la votazione a Palazzo Madama. Il presidente Giulio Andreotti sta eseguendo lo scrutinio. Il Pd ha votato scheda bianca, il Pdl ha scelto Renato Schifani

Ore 11.30
In corso le votazioni del Presidente a Monecitorio. In giornata sono previste tre tornate elettorali, per le quali è richiesta la maggioranza qualificata dei deputati

Ore 11.30
La seduta a Palazzo Madama riprende con l’elezione del presidente. È in corso la votazione

Ore 11.00
Dopo le procedure di rito iniziali e l’elenco dei dimissionari ( tra cui Roberto Formigoni e Giancarlo Galan che tornano a dirigere Lombardia e Veneto) il senatore anziano, Giulio Andreotti, presidente provvisorio ha sospeso la seduta per costituire
 la Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e proclamazione dei senatori subentranti

29 aprile ore 10.30
A Palazzo Madama è aperta ufficialmente la XVI Legislatura.
E si è trattato di un’apertura di corsa: nella prima seduta, infatti, gli scranni non sono assegnati e quindi… chi prima arriva meglio accomoda.

Così, anche i nostri varesini si sono lanciati nella gara di velocità, tutti con un obiettivo: non prendere o prendere quel tal posto. Paolo Rossi non voleva sedersi troppo a sinistra : "Poi mi capita il posto che fu di Turigliatto….", Antonio Tomassini voleva a tutti i costi la sua vecchia poltrona: "Sa, è conosciuto come l’ambulatorio parlamentare, perchè mi cercano a quel numero fisso per chiedere consigli". Anche Fabio Rizzi, benchè neofita, voleva piazzarsi centrale: "Non troppo a destra o troppo a sinistra".

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Pubblicato il 29 Aprile 2008
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