Si sciopera, ma c’è accordo tra costruttori e sindacati

Presidio in via Albani e corteo da piazza Repubbblica fino alla sede dell'Ance. Durante l'incontro clima disteso tra le parti. «Purtroppo l'Italia è stretta e lunga»

Alle 11 e 30 i tre segretari provinciali di Fillea Cgil, Finca Cisl e Feneal Uil fanno il loro ingresso nella sede dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di via Cavour. Ad attenderli al primo piano ci sono  il vicepresidente Gianni Bollazzi e il direttore Gianpietro Ghiringhelli. L’incontro si svolge con toni pacati.  Simona Ghiraldi, Francesco Condorelli e Antonio Massafra elencano le richieste dei lavoratori edili per il rinnovo del contratto. Sono tre: un aumento di 105 euro in busta paga, il pagamento dei primi tre giorni di malattia e la regolamentazione rigida del contratto part time in edilizia.

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Bollazzi annuisce con la testa. Ghiringhelli segue attento, coinvolgendo anche i delegati che siedono alle loro spalle.
«La nostra cassa edile è forte, purtroppo l’Italia è lunga e stretta. Questa la leggerei come una pausa di riflessione» dice Bollazzi.  Simona Ghiraldi non è d’accordo sull’ultima definizione: «Una pausa di riflessione non culmina con otto ore di sciopero nazionale. Noi chiediamo che l’Ance di Varese e quella lombarda sostengano che è giusto e corretto definire questa trattativa».
Se annuire con il capo, come fa Bollazzi, vuol dire che si condividono le ragioni delle richieste dei lavoratori, allora si puo’ anche sostenere che i rapporti tra sindacati e costruttori sul territorio sono più che buoni. Insomma, la sensazione evidente è che l’Ance di Varese quel contratto lo firmerebbe al volo. Le ragioni ci sono tutte: in provincia il lavoro non manca. Sono oltre duemila le imprese iscritte alla cassa edile e circa 10 mila, con punte di 12 mila, i lavoratori impiegati nei cantieri. Il 40 per cento sono immigrati, quota che sale di anno in anno.  «Il  trend è positivo – commenta Massafra, della Feneal Uil -. Crescono le commesse pubbliche e private,  aumentano i profitti , ma anche il costo della vita. Quei 105 euro in busta paga sono il giusto riconoscimento di una situazione florida».

Sulla questione lavoro nero e contratto part time l’Ance ha le idee chiare:  «Il part time in edilizia –  dice Ghirighelli – è regolato da una legge dello Stato e noi non possiamo cambiarla. Però l’esperienza (confermata dall’intervento di Vincenzo Annesi, storico delegato della Fillea Cgil presente in sala ndr) ci insegna che è una scappatoia facilmente identificabile. Insomma, non è tollerabile se usato scorrettamente per impiegare lavoratori in nero, ma in alcuni casi le esigenze produttive possono richiederne l’uso».
Ancora una volta il territorio si dimostra più saggio del sistema Paese.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Aprile 2008
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