Van de Sfroos incendia il Forum: il dialetto riconquista Milano
Tre ore di concerto hanno conquistato gli undicimila fans accorsi ad ascoltare il cantautore "laghée". Aprono le canzoni dell'ultimo album, chiudono i grandi classici per una serata indimenticabile
Per una notte Milano si è ricordata di avere un dialetto. Non la cadenza rappresentata nei film e negli sceneggiati, fin troppo abusata e caratterizzata, ma una lingua con cui è bello cantare, sgridare, parlare, discutere.
E se Davide Van De Sfroos (foto: Orlando Mastrillo – Varesenews), con le sue cadenze da alto Lario (laghée) non incarna esattamente il dialetto meneghino, poco male. Già, perché al Forum di Assago, ieri sera (sabato 19), tutte le parlate locali si sono date appuntamento, incarnate nei polmoni e nelle corde vocali degli undicimila che hanno accompagnato Davide in tre ore ininterrotte di musica. Quasi uno schiaffo alle star superpagate (e dai biglietti a costi astronomici) che dallo stesso palco suonano per meno di due ore regalando al massimo un "Ciao Italia" d’ordinanza al pubblico.
Van De Sfroos, no: lui con il pubblico dialoga, chiama a sé i fans indovinandone la provenienza e facendo scoprire al suo popolo come ci sia gente che per vederlo al Forum arriva da L’Aquila, da Avellino, dalla Sardegna, dal Friuli. E poi omaggia i personaggi che danno vita alle sue canzoni: sul palco arriva, come promesso nell’intervista rilasciata a VareseNews, l’ex contrabbandiere Cimino, si alternano i minatori di Frontale, sale una chitarra storica appartenuta a Bubola e De André per accompagnare la struggente New Orleans. Dietro le transenne, nell’arena o sulle tribune dove non c’è un posto vuoto, è un’ovazione continua, anche perché il concerto non lascia tregua, pur nella sua lunghezza. Si parte con il botto, con La Baléra e la nuovissima El Punt, si prosegue percorrendo quasi tutto l’ultimo album, "Pica". Ecco quindi 40 pass accompagnata sullo schermo dalle immagini della Milano di una volta, o L’Alain Delon de Lénn, con l’Alain in carne e ossa appostato tra il pubblico. Poi la band torna a visitare i grandi successi del passato, a partire da quel La Curiéra che rese famoso Davide attraverso le radio del Canton Ticino, tra le prime a credere al fenomeno Van De Sfroos.
Il finale è altrettanto potente: prima si tocca il Sud con una "pizzica" salentina a ricordare le parentele della musica laghée con il folk di tutta Italia, poi arriva Ventanas dedicata a chi non c’è più (dal padre di Davide, al papà del produttore Alessandro Gioia, fino a Pippa Bacca che del cantautore era una grande fan). Sul palco c’è anche la sorpresa del "Doro", l’ultimo cantante da osteria della Val d’Intelvi che non ha alcuna remora a esibirsi davanti al tutto esaurito del Forum. Infine, come da prassi per ogni concerto di Davide, arriva la vecchia e trascinante De Sfroos, ormai l’inno che unisce tutti gli appassionati.
Gente che torna sui pullman e sulle auto, risale le valli o torna nelle città. Gente di tutte le età, che fa i mestieri più disparati, che magari in uno stadio si odierebbe, che spesso non ha altro in comune. Ma che ha passato una serata da segnare a pennarello rosso sul calendario: la serata in cui, dopo chissà quanto, il dialetto si è ripreso Milano.
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