Accam, le quote societarie dai Comuni passeranno alle ex municipalizzate

Siglata una lettera d'intenti in tal senso fra Legnano, Busto e Gallarate: obiettivo, giungere alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti

Le quote di Accam in mano ai Comuni di Busto Arsizio, Legnano e Gallarate dovrebbero passare alle rispettive ex municipalizzate Agesp SpA, Amsc e Amga Legnano. Questa è almeno l’intenzione dei tre Comuni maggiori azionisti dell’ex consorzio, che hanno firmato una lettera d’intenti in questo senso. A confermarci questo sviluppo, circolato nei giorni scorsi, è il sindaco di Legnano Lorenzo Vitali, precisando che l’obiettivo è quello di giungere ad una gestione sempre più integrata del ciclo dei rifiuti – dalla raccolta all’incenerimento con recupero di energia elettrica e, in prospettiva futura, di calore.

Con un atto di questo tipo i Comuni assumerebbero un ruolo di vigilanza piuttosto che di partecipazione diretta: l’azionariato sarebbe in mano alle loro controllate, delle società per azioni, con tutto quello che ne consegue. Si porranno sicuramente alcune questioni. Ad esempio: non è che un’operazione di questo tipo introduce semplicemente un livello ulteriore tra Comuni ed ex consorzio? «Non è quello il punto» risponde Vitali, «lo scopo è di conferire la partecipazione a società specializzate nella gestione dei rifiuti». Una sorta di esternalizzazione in casa, insomma.

Passando la partecipazione dall’ente pubblico ad una SpA, siridurrà il ruolo diretto dei consigli comunali – memorabili le annose battaglie sulla convenzione tra Accam e Busto Arsizio sotto l’amministrazione Rosa. E in assemblea dei soci, pare di capire, non andrebbero più i sindaci, bensì i presidenti delle partecipate, a quel punto azionisti di riferimento. «Comunque il controllo ultimo resterebbe ai Comuni» mette le mani avanti il primo cittadino legnanese «perchè le partecipate operano già secondo linee guida stabilite dai consigli comunali. Oggi Accam ha 27 Comuni soci» spiega Vitali, «in prospettiva i soci diverrebbero tre o quattro ex municipalizzate». E i piccoli Comuni, quelli che già si servono delle ex municipalizzate ma spesso detenendone quote irrisorie: accetteranno senza fiatare questo nuovo quadro? «C’è chi è già d’accordo, e chi dovrà eventualmente essere convinto, spiegandogli il senso dell’operazione».
Eppure anche così qualche dubbio resta. Non è detto ad esempio che tutti i soci, sia pure con le quote più irrisorie, delle ex partecipate faciano parte di Accam e del suo bacino di conferimento, già "blindato" a 27 Comuni. Una mossa come quella dei tre Comuni andrà insomma con ogni probabilità
esaminata in ogni aspetto prima di essere approvata.

Per parte sua Vitali, che approva senz’altro l’iniziativa comune di Busto, Gallarate e Legnano, esprime l’auspicio che «la filiera dei rifiuti in futuro sia distribuita sul territorio», piuttosto che concentrata come oggi nell’impianto "bustocco" di Borsano, teoricamente destinato, convenzione alla mano, alla chiusura definitiva nel 2019. A Legnano da tempo con Amga si sta valutando la possibilità di ospitare un impianto per compostaggio. L’operazione è politicamente non semplice anche se gli impianti più recenti portati ad esempio (quello di Guanzate, nel Comasco, è stato visitato di recente proprio dall’amministrazione legnanese) sembrano offrire discrete garanzie contro la sindrome da puzza al naso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Ottobre 2008
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