Agesp Trasporti, la quota pubblica passerà a Stie

Il Comune abdica: il 60% dell'azienda, oggi di Agesp Holding e valutato 309.000 euro, sarà privatizzato. Lunga discussione in consiglio comunale. Opposizioni assai critiche

Giunge al finale più logico la crisi senza speranza di Agesp Trasporti: sarà privatizzata. Il 60% di proprietà di Agesp Holding, a sua volta controllata nella quasi totalità dal Comune di Busto Arsizio, sarà venduto. La delibera di indirizzo 840/2008 votata giovedì sera in consiglio comunale con il voto favorevole della maggioranza e la contrarietà dell’opposizione (eccetto il favorevole Mario Cislaghi, del gruppo misto) mette dunque la parola fine ad una pagina negativa delle partecipate comunali, fra critiche e recriminazioni. Il nuovo trasporto pubblico avrà una struttura profondamente diversa, sarà in mano a privati a ragionerà su base sub-provinciale e di area vasta, non più solo cittadina.

Il sindaco Farioli ha difeso a spada tratta il provvedimento, validamente spalleggiato da una maggioranza compatta, in testa Forza Italia con Orsi e Bottini. La salvaguardia degli interessi del Comune citata nel testo del provvedimento non rassicura le opposizioni. Il succo è che dal 1998 per i trasporti urbani si doveva andare a gara d’appalto: si è finito invece per operare in deroga per una decina d’anni, affidando al connubio pubblico-privato le sorti, in caduta libera, del trasporto locale. Nè le gestioni sempre più difficoltose succedutesi al vertice dell’azienda – ultima quella del forzista Bandello – hanno potuto impedire quello che col senno poi appare l’inevitabile.

«Monitorare attentamente le nostre partecipazioni societarie è un obbligo da Finanziaria e Dpef» ricordava Farioli, «monitorare non vuol dire vendere» gli ribatterà il capogruppo Mariani per il PD. La scelta generale del Comune è stata per il cosiddetto in house providing, ossia in vista di quella patrimoniale tuttora sulla carta. Alcuni settori finiscono così da parte, in vista di future possibili aggregazioni (gas, acqua), o tagliati a mo’ di ramo secco (trasporti). Stie, già coinvolta nel consorzio Movibus nel milanese, si era detta disponibile a valutare di acquisire la rimanente parte; il CdA della Holding ha chiesto al Comune se c’erano ragioni ostative. Frattanto già sotto la seconda amministrazione Reguzzoni la Provincia aveva avviato il discorso del trasporto su base sub-provinciale, mentre a Busto
l’amministrazione Farioli decideva di non procedere a una gara solo sul territorio comunale, al punto da tornare sulle decisioni del commissario straordinario Guglielman. Il bando  provinciale per i trasporti pubblici riguarderà la parte sud della provincia, «con indicazioni non del tutto corrispondenti ai nostri desiderata», allarga le braccia il sindaco bustocco, ma comunque in grado di offrire un’ottica di servizio più ampio geograficamente.

«Agesp Trasporti com’è oggi non potrebbe partecipare a gare»: questa una delle principali motivazioni tecnico-giuridiche addotte a sostegno della delibera, reclamandone la ponta approvazione. Maretta c’è stata anche sul valore di 309.000 euro in tutto attribuito da una perizia giurata a quel 60% in mani pubbliche della Trasporti, con le opposizioni decisamente critiche. Da un lato, spiegava il sindaco, dal 30 giugno c’è stato un miglioramento patrimoniale della società, con acquisti di nuovi mezzi e lotta ai "portoghesi" che non pagano il biglietto. Dall’altro ci sono interventi pubblici per 2,8 milioni di euro in pochi anni che non hanno smosso una situazione deficitaria. Per tacere del contenzioso accesosi con il Comune sotto il sindaco Rosa, e rimasto in sospeso. Rosa che era fra i più decisi oppositori della delibera giovedì sera in consiglio dai banchi di Busto Civitas. Dal PD si insisteva sull’errore di privatizzare, e su una struttura societaria errata in partenza, con uno Statuto comprensivo di «articoli capestro» (D’Adda) che avrebbe permesso al socio privato di «sedersi sulla riva del fiume, attendere che le cose andassero come dovevano andare, per poi ritirare il tutto con il diritto di prelazione».
 

L’ipotesi cessione totale è sbucata alla fine come realtà improvvisa, osservava Rosa; fino a poche settimane or sono non se ne parlava. Ruggiero addirittura si chiedeva se non vi fossero responsabilità penali a fronte della sorte del trasporto pubblico bustese. Su tariffe, linee-"ramo secco" a rischio in una gestione privata vocata al business e non al servizio e personale lanciava l’allarme il comunista Corrado, mentre per i democratici Alberto Grandi rilanciava dubbi sul perchè un privato debba accorrere a prendere in mano le sorti di un’azienda segnata da «un manifesto disinteresse pubblico». Duro Fontana per Busto Civitas: «Nemmeno un bilocale ormai costa poco come il 60% di Agesp, la Giunta Farioli regala al privato una sua partecipata». L’altolà finale del sindaco giungeva puntuale a sbarrare il passo a ogni accusa di svendita e ogni dogmatismo «fuori posto nel 2010». Respinti due emendamenti a firma di Corrado e Rosa, la delibera è stata infine approvata con quindici voti, quelli della maggioranza, e dieci contrari.

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Pubblicato il 17 Ottobre 2008
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