Bugiardi e incompetenti
Al convegno sul futuro del giornalismo organizzato dall'ordine della lombardia è stata presentata una ricerca sulla percezione dei mezzi di comunicazione
L’immagine sociale dei giornalisti è terribile. Per contro però la domanda di buon giornalismo è altissima e c’è affetto e considerazione verso i media.
Questi i risultati di una ricerca condotta da AstraRicerche per conto dell’ordine dei giornalisti della Lombardia. Un lavoro che era già stato condotto undici anni fa e ora nuovamente realizzato nel 2008, ha dato risultati di grande interesse. La presidente Letizia Gonzales ha introdotto i lavori di un convegno sul futuro del giornalismo: "Dovremo avere attrezzi diversi, una maggiore duttilità e competenza tecnica".
Enrico Finzi, presidente di AstraRicerche, è entrato poi nei dettagli della ricerca. Il 68% del campione intervistato considera i giornalisti dei bugiardi, per il 60% le notizie sono inesatte e per il 59% si tende ad esagerare.
Il quadro generale che emerge non solo è molto negativo, ma peggiora rispetto alla ricerca del 1997.
Per il 32% l’immagine del giornalismo italiano è pessima e per il 23% cattiva. Ottima solo per il 15%, discreta per il 10% e buona per il 20%.
Per contro però c’è una forte considerazione del ruolo sociale del giornalismo. Per il 38% l’utilità è altissima e irrinunciabile, per il 16% è alta, per il 19% media e solo per il 12% è di nessuna utilità e per il 15% scarsa.
Gli italiani hanno quindi voglia di giornalismo e di informazione, ma chiedono cose molto precise. Il 90% richiede competenza, il 79% professionalità, il 77% chiarezza, il 73% emozioni, insomma una comunicazione che si poggi sull’empatia con il lettore. Il 65% chiede efficacia, il 64% eticità, il 62% pacatezza, il 53% rispetto, il 50% un aiuto a capire, il 47% utilità, il 37% education e il 36% simpatia.
La ricerca sollecita molte questioni ed Enrico Finzi alla fine della sua presentazione ha voluto aggiungere alcune considerazioni. "Non ci si deve chiudere in difesa, non servirebbe a niente. Il quadro che emerge non è solo negativo perché emerge il dato che non si può fare a meno dei giornalisti. Il paese chiede ai giornalisti di esser migliori e soprattutto di esser aiutati a capire e non solo a sapere".
Un secondo punto della ricerca riguardava il ruolo della pubblicità. E qui i dati sono davvero interessanti. Perché oggi si assite a una crisi profonda. "Rispetto al 1991 i risultati sono più che dimezzati, – ha proseguito Finzi, – e quello che emerge è che c’è sempre più bisogno di un giornalismo credibile, perché il contenitore ha una grande importanza per far passare contenuti anche di tipo commerciale".
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