Carcinoma tiroideo: specialisti a confronto

Sabato 25 ottobre in via Dunant il convegno organizzato dall’Azienda Ospedaliera e dall’Università

Sabato 25 Ottobre, nell’Aula Magna del Dipartimento di Biologia dell’Università dell’Insubria, in via Dunant a Varese, si svolgerà un convegno dedicato al tumore endocrino più frequente, il carcinoma tiroideo. Organizzato dalle Unità Operative di Endocrinologia e di Medicina Nucleare dell’Ospedale di Circolo di Varese, dirette rispettivamente dal prof. Luigi Bartalena e dalla dott.ssa Silvana Garancini, l’evento si propone di fare il punto sulle modalità di trattamento e follow up dei pazienti affetti da questa forma tumorale, con lo sguardo rivolto alle prospettive future.

Il carcinoma tiroideo nasce come nodulo alla tiroide, per poi degenerare, in una piccola percentuale dei casi, in una forma maligna che richiede l’asportazione chirurgica della tiroide. “Il nodulo tiroideo è una patologia molto diffusa – spiega il prof. Bartalena – che nella maggior parte dei casi è del tutto benigna. Sulla base dei dati ricavabili dalla ecografia tiroidea, si stima che circa il 60% della popolazione ne sia affetta, molti senza nemmeno esserne a conoscenza. Si pensi che solo nel mio reparto sono oltre 5.000 i pazienti con patologie tiroidee visti ogni anno. Quando si scopre di avere un nodulo alla tiroide è però opportuno sottoporsi ad una visita specialistica per verificarne la natura. Circa il 5% di questi noduli, infatti, può nascondere un carcinoma e deve quindi essere asportato insieme al resto della tiroide”.

Per stabilire la natura del nodulo è necessario sottoporsi ad una ecografia tiroidea e all’agoaspirazione che, prelevando un piccolo campione del tessuto nodulare, ne permette l’analisi citologica. In caso di nodulo sospetto o chiaramente maligno si procede con l’asportazione chirurgica, come verrà approfondito durante il convegno dal prof. Gianlorenzo Dionigi, chirurgo, e dal dott. Marco Paolo Maffioli, otorinolaringoiatra. “La maggior parte di questi carcinomi – chiarisce Bartalena – sono trattati con successo e completamente guariti, consentendo ai pazienti di condurre una vita assolutamente normale”.Come infatti spiegheranno sabato il prof. Carlo Capella, direttore dell’U.O. di Anatomia Patologica del Circolo, e il dott. Stefano La Rosa, anche lui anatomopatologo, il carcinoma tiroideo, pur avendo aspetti istologici differenti, presenta, nella quasi totalità dei casi, un andamento biologico relativamente benigno, consentendo la piena guarigione di chi ne è affetto. Questo è possibile anche grazie alla terapia radiometabolica che segue l’intervento chirurgico e che sabato sarà illustrata dalla dott. Silvana Garancini e dal dott. Diego De Palma, della Medicina Nucleare,  dal dottor Vanoli, della Radioterapia, e dalle dottoressa Maria Laura Tanda e Adriana Lai, dell’Endocrinologia. Tale terapia consiste nella somministrazione di iodio radioattivo che, captato dalle cellule tiroidee, ne permette la completa distruzione, eliminando ogni residuo rischio di aver lasciato anche un’unica cellula tumorale. Un risultato oggi ancora più certamente garantito dall’impiego del TSH ricombinante, una novità che, aumentando la captazione dello iodio radioattivo da parte delle cellule tiroidee, aumenta l’efficacia del trattamento e del follow up. 

“La terapia del cancro alla tiroide si avvale di un approccio multidisciplinare, – conclude Bartalena – come si evince dalle tante specialità coinvolte in questo convegno, e l’Azienda Ospedaliera di Varese presenta tutte le competenze mediche e tecnologiche necessarie per trattare i pazienti che ne sono affetti, dall’endocrinologia alla medicina nucleare, dalla chirurgia alla radioterapia”.

 

 

 

 

 

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Pubblicato il 24 Ottobre 2008
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