Davide Van de Sfroos racconta i misteri di Varese
Venerdì "noir" nella Sala Napoleonica delle Ville Ponti, con il menestrello "laghée" sul palco nel ruolo di narratore
Gli eventi per la riapertura della Sala Napoleonica alle Ville Ponti di Varese cominciano da un Davide Van de Sfroos tutto speciale: il menestrello del lago di Como sarà infatti venerdì 17 ottobre a Biumo per accompagnare la presentazione del libro "I misteri di Varese", un libro curato da Michele Gazo, pubblicitario varesino con la passione per gli enigmi, che racconterà delle leggende oscure della zona.
E Davide accompagnerà la serata alla sua maniera, con l’aiuto della chitarra e della sua capacità di raccontare, in un incontro a ingresso gratuito – come tutto il calendario degli eventi legati all’inaugurazione – e già prenotatissima presso il sito www.villeponti.it.
Il libro di Gazo che verrà presentato da Van de Sfroos sarà poi pubblicato a fascicoli dal quotidiano La Provincia di Varese, che organizza la serata alla Napoleonica, a partire da martedì 21 ottobre. I fascicoli, che saranno distribuiti dal martedì al venerdì per sette settimane, sono illustrati dalle fotografie di Mario Chiodetti e dai disegni di Damiano Nembrini e descriveranno leggende, eventi straordinari e antichissimi misteri legati al territorio del Varesotto. Ognuno di essi, ricco di illustrazioni, documenti inediti e box tematici, proporrà al lettore un itinerario in luoghi leggendari che stanno appena dietro casa.
La prima uscita riguarderà la "grotta delle fate", posta sotto la celebre Rocca di Angera e inaccessibile al pubblico. Stando alle credenze popolari, nelle grotta avverrebbero strane apparizioni e soprattutto si celerebbe un passaggio segreto che condurrebbe in un altro mondo, aprendosi soltanto ogni cent’anni. La fama della "grotta delle fate" ha oltrepassato i nostri confini, tanto da interessare Inghilterra e Irlanda, patrie riconosciute della cosiddetta "fairy litterature" che narra di creature mitologiche come appunto sono fate e folletti. Econ il passare dei secoli la leggenda della grotta angerese ha assunto toni sempre più sinistri, tanto che i contadini in passato la ribattezzarono "tana del lupo".
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