Ex Mottana, domani presidio-conferenza stampa fuori dai cancelli

L'iniziativa presentata con una lettera aperta dei dipendenti a quasi due mesi dalla chiusura. "Abbiamo lavorato fino a venerdì per garantire le ultime commesse, ora vogliamo garanzie"

Domani, martedì 28 ottobre, dalle ore 10 in corso Sempione, fuori dai cancelli della NTL di Legnano, si terrà un incontro fra gli ex dipendenti e la stampa locale. A convocarlo sono il sindacato Cub e i 98 lavoratori che il 5 settembre hanno dovuto apprendere da un collega membro della rappresentanza sindacale la notizia della cessazione dell’attivtà da parte della storica tintostamperia. Fino al luglio 2005 infatti l’azienda era la Mottana, un secolo di vita alle spalle e pagine di storia industriale scritte con il lavoro quotidiano. In quella data si cessò l’attività, due mesi dopo fu costituita la N.T.L. S.p.A che proseguì l’attività in sede, con gli stessi macchinari ma con personale ridotto dai circa 150 della Mottana ad un centinaio di dipendenti. Nel 2005 Varesenews aveva intervistato l’allora titolare della Mottana, quando già la crisi si profilava in tutta la sua serietà.

I lavoratori escono allo scoperto di concerto con Cub solo dopo quasi due mesi, ma spiegano il perchè dell’attesa, senza risparmiare dure reprimende. Le condizioni ottenute appaiono insoddisfacenti. "Abbiamo avvertito l’esigenza di far sentire forte e chiara la nostra voce, dopo che gli ex titolari, i sindacalisti e i politici si sono preoccupati solo che la propria immagine e il proprio ruolo non venissero scalfiti e messi in discussione" scrivono. "In queste settimane trascorse ci siamo finalmente risvegliati dall’ effetto delle dosi massicce di "sedativi" propinateci dalla direzione aziendale e dai rappresentanti sindacali; siamo stati costretti a subire una scelta traumatica, continuando a lavorare per evadere le commesse in corso consentendo così alla azienda di ottenere ulteriori entrate e garantire il pagamento delle nostre spettanze". Polemiche intra-sindacali a parte, il timore per il futuro è grande. I lavoratori avevano ottenuto, tramite gli accordi siglati da Cgil-Cisl-Uil, cassa integrazione e mobilità, e, come conferma per Cub il sindacalista Giuseppe Tampanella, «fino a venerdì hanno lavorato per chiudere le ultime commesse, rabboniniti dall’avvertimento che solo così facendo si poteva recuperare il proprio». Senza che ciò purtroppo garantisca definitivamente da eventuali brutte sorprese. «In una città in cui ormai del tessile è rimasto ben poco, e in cui si chiude a raffica, spesso per la mera convenienza di delocalizzare» accusa Tampanella «ora un centinaio di lavoratori chiede garanzie almeno per quel minimo di buonuscita, quegli 80 euro al mese per un anno previsti dagli accordi. Se l’azienda dovesse fallire, andrebbero persi pure quelli».

Le due successive cessazioni d’attività (2005 e 2008) erano state gestite in modo "liscio" anche per il buonsenso mostrato in primo luogo dai lavoratori, spesso impiegati da decenni in fabbrica. "Oggi" rimarca al contrario nel comunicato il comitato dei lavoratori, "con lucidità e consapevolezza riteniamo che le uniche persone che hanno diritto di esprimere sentimenti quali indignazione, rabbia, incazzatura (sic) e mancanza di fiducia in una futura ricollocazione siamo noi e le nostre 100 famiglie lasciate su una strada con un ridicolo incentivo economico di €960 lorde".

Obiettivo del comunicato e dell’incontro di domani è dunque di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sulla situazione, e fare in modo che in futuro altri lavoratori "non si lascino ricattare e intimorire, bensì scelgano la strada migliore in totale autonomia e libertà. Siamo certi che anche se sono trascorse alcune settimane sia giusto che la città di Legnano ascolti la nostra voce e conosca l’unica verità sulla fine dell’ultima azienda tessile!"

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2008
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