Il nuovo stadio “scende in campo” in consiglio comunale
La Pro Patria vuole realizzare una struttura sportiva e commerciale da 150.000 metri quadri. Farioli: "Giunta subito al lavoro"
Il nuovo stadio della Pro Patria fa irruzione in consiglio comunale. Lo fa con l’entusiasmo, in verità civilissimo e contenuto, del gruppo di tifosi venuti con magliette e sciarpe rigorosamente biancoblu; ma lo fa soprattutto con le parole del sindaco Gigi Farioli. Al Comune, secondo quanto riferiva il primo cittadino ad una platea tutta orecchie in apertura di seduta, è stata depositata ieri una richiesta da parte della Pro Patria per potere realizzare a Busto Arsizio una struttura polivalente da 150.000 metri quadri complessivi, comprensiva di stadio da calcio professionistico con annessi campi da allenamento, attività commerciali e terziarie per 52.000 metri quadri complessivi (praticamente il doppio di quella dell’Auchan di Rescaldina, per dare un’idea), e si parla di tre torri per il megacentro commerciale. Un centro che possa autofinanziarsi, una cittadella sportiva in cui le opere non sportive diano sostenibilità economica ed equilibrio finanziario all’operazione: questi i contenuti della richiesta della società. Zoppo&Co, insomma, mirano alto. Molto alto. Le cifre sono alla fine quelle circolate con insistenza nei giorni scorsi, e apparse esagerate tanto che – non lo erano affatto.
«L’intera Giunta ha dato piena disponibilità a verificare le compatibilità in tempi certi ma senza promesse o impegni tali da non poter essere mantenuti»: così Farioli, prudente, metteva le mani avanti, stretto fra la necessità di compiacere imprenditori scalpitanti e tifosi in estasi da un lato e un progetto di dimensioni che mettono semplicemente spavento dall’altro. «Già nelle settimane scorse avevamo coinvolto assessorato, segretario generale e tecnici per verificare la fattibilità, ci attiveremo anche per verificare quali siano i possibili interventi sull’attuale stadio», giusto in caso che poi in B ci si vada davvero già nel 2009, di questo passo cosa fattibile.
«La valutazione di fattibilità si farà in una decina di giorni» ha dichiarato il sindaco. La palla dovrà poi passare ovviamente anche alla competente commissione e al consiglio: e sarà la madre di tutte le varianti di piano regolatore. «Nella valutazione – serve una Vas con le località vicine – coinvolgeremo i sindaci di Castellanza, Legnano e Gallarate, che si sono detti disponibili a sedersi ad un tavolo». L’area interessata è infatti, come precisava il primo cittadino nelle sue comunicazioni, quella già citata subito a est del PalaYamamaY, lungo viale Gabardi al confine con Castellanza e in parte (i futuri campi d’allenamento) ricadente sul Parco Alto Milanese. Il terreno dovrà eventualmente essere ceduto secondo il valore da catasto, aggiungeva il sindaco, facendo quindi sempre a titolo di acqua sul fuoco l’esempio di Torino dove la Juventus (la Juventus) due giorni or sono ha portato in consiglio comunale dopo nove anni di tentativi la convenzione, per un’ipotesi di inizio lavori nel 2011. Come a dire che i tempi, poche storie, saranno lunghi, che si abbia fretta o no. Non siamo in Cina, però «siamo bustocchi, e cercheremo di bruciare i tempi rispettando le norme» azzardava quindi Farioli a rassicurare sulle intenzioni della Giunta di procedere a tutta birra. Il tutto senza scordarsi di dire che c’è già una delibera di permuta dei terreni dietro lo stadio per poter ricavare campi di allenamento per le giovanili, una delle motivazioni addotte per affrettare i tempi. In realtà con Castellanza si tratta già da tempo a questo scopo, e anche questo Farioli lo ha ricordato. Come a dire che per il grande sogno, meglio, il colossale affare del nuovo stadio-centro comemrciale, si procederà alla massima velocità, ma bisogna cominciare a pensare fin d’ora a migliorare l’esistente.
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