Il ritorno di Basso: “Ho pagato i miei errori, non vedo l’ora di correre”

Domenica 26 il campione varesino disputerà la Japan Cup con la Liquigas che lo ha presentato in via ufficiale. Sul 2009: "Il Giro è il grande appuntamento". Ma sogna il Mondiale di Mendrisio

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La gigantografia di Ivan Basso domina la splendida sala del Grand Hotel Dino di Baveno e sembra già guardare il gruppo con aria di sfida.
Venerdì 24 ottobre scadono i due anni di squalifica per il corridore di Cassano Magnago e lui da domenica 26 tornerà nel suo habitat naturale: il plotone, con il numero attaccato sulla schiena.
Oggi, di fatto, con la lunga e partecipata (oltre settanta tra giornalisti, fotografi e operatori da tutta Europa) conferenza stampa organizzata dalla sua nuova squadra, quella Liquigas che è una delle corazzate del ciclismo mondiale, si è concluso il periodo di assenza forzata dalle gare per la maglia rosa 2006. Due anni che Basso ha pagato per il tentato doping riconducibile all’Operacion Puerto nata in Spagna e che ha colpito più in Italia e in Germania che nella penisola iberica: un periodo che è giusto considerare concluso con il ritorno in corsa di Ivan.

DOPING E TRASPARENZA – Affiancato dall’aministratore delegato di Liquigas Paolo Dal Lago e dal team manager Roberto Amadio, Basso affronta subito l’argomento del doping e del suo rapporto con il resto del plotone: «Io ho pagato perché avevo delle colpe, è giusto così e ora mi sento più sereno. Mi rimane un po’ di imbarazzo per quello che ho fatto ma spero che passi con il tempo. Di quello che è accaduto ad altri non mi curo: non sono né un poliziotto né un giudice, sono solo un corridore che sta per tornare a fare quello che ha sempre amato, cioè gareggiare».
Inutile dire che di domande sull’argomento scomodo ne arrivano parecchie. «Non sono certo la persona più indicata a dare ricette sui problemi che affliggono ancora oggi il ciclismo. Posso solo dire che, per essere il più trasparente possibile, mi sono sottoposto a tutti i controlli anche durante la squalifica. E d’ora in poi i miei programmi di allenamento, i resoconti, i dati su di me saranno visibili a tutti sul mio sito, su quello della squadra e su quello del Centro Mapei con cui collaboro». Amadio spiega invece il programma della Liquigas: «Dopo il caso interno che abbiamo dovuto affrontare (la positività dello spagnolo Beltran all’ultimo Tour ndr) sono state previste ulteriori iniziative. Verranno aumentati i controlli da parte di agenzie esterne riconosciute da Wada e Uci, per essere più trasparenti possibili. Gli stessi corridori devono capire che non saranno accettati altri tradimenti a tifosi e squadra».

LE TAPPE VERSO IL RITORNO – «Dall’aprile 2007 – racconta Ivan – ho vissuto un periodo con tanti sensi di colpa, vergogna, imbarazzo anche perché non ero abituato a convivere con giudici, avvocati, procure e via dicendo. Poi ho vissuto una seconda fase, quella in cui la bicicletta era una compagna delle mie giornate. Però uscivo a seconda del momento, facevo due ore, o cinque, o anche otto ma mi allenavo senza lavorare in modo agonistico. Una prima svolta è arrivata nell’inverno scorso quando ho fatto la visita di idoneità al Centro Mapei con Aldo Sassi. Non ero ancora in alcuna trattativa di mercato ma lì abbiamo avuto l’idea di stilare un programma di allenamento. Così facendo i riscontri e le sensazioni sono migliorate giorno dopo giorno. Infine, dopo la firma con la Liquigas, i mesi sono volati verso il 24 ottobre».

IL RIENTRO – «Non vedo l’ora di tornare a fare la vita di corridore. Di allenarmi con i compagni che hanno accettato di fermarsi qui dopo il “Lombardia” per preparare insieme la trasferta in Giappone. Non vedo l’ora di ricevere la maglia e il numero dal direttore sportivo, di sistemare la bici, di portarla sulla linea di partenza. Figuratevi quanto attendo la corsa, gli scatti, i corridori che ti sfiorano, che ti passano la borraccia». Basso correrà per la prima volta la Japan Cup, la maggior classica nipponica che si disputa sul percorso del mondiale del 1990. «Andare là è un regalo che mi fa la Liquigas, che ha capito quanto io ci tenga a tornare».

IL 2009 – Dopo la comparsata in Giappone, Basso tornerà in gara a gennaio, anticipando un po’ il calendario classico. «Farò il Giro d’Argentina e quello della California per abituarmi al clima delle gare. Poi verrò in Italia dove la Tirreno-Adriatico sarà il primo grande test in vista del Giro d’Italia, l’obiettivo principale ma non l’unico della stagione. A proposito, ci verrà anche Armstrong e quindi sarà lui il principale avversario da battere. Seguirà un periodo di scarico verso la seconda parte di stagione: ad agosto ci sono gare italiane di alto profilo, compresa la Tre Valli Varesine, poi arriverà la Vuelta che correrò con un occhio alla classifica ma soprattutto in vista del Mondiale di Mendrisio dove vorrei esserci».

VARESE E I TIFOSI – Negli ultimi due anni Basso è tornato a frequentare con assiduità la propria terra «come non era possibile prima, quando correvo per una squadra straniera». Ha assunto ruoli pubblici (non graditi da tutti), è diventato testimonial per la Tigros, ha affiancato il suo nome a quello di una squadra giovanile. «Mi auguro che questo bel rapporto con il Varesotto rimanga intatto, perché per me è un onore mantenere gli impegni che ho preso in questi mesi. La gente di qui mi conosce da quando sono un ragazzino, sa quali sono stati i miei sacrifici e conosce il mio valore. I miei primi vent’anni in sella, per molta gente, hanno prevalso su quanto accaduto con Operacion Puerto, anche se è comprensibile un po’ di delusione. Per questo ringrazio chi mi è stato vicino e prometto di non dare più dispiaceri. Quando provo le tappe in allenamento ho bisogno di figurarmi il pubblico che mi incita a bordo strada: così quando pedalo immagino di avere accanto i miei tifosi, e tutto diventa più bello e più facile».

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Pubblicato il 17 Ottobre 2008
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