L’immagine e il fare a braccetto in un libro
Presentato ImmagineVarese, secondo titolo di una collana dell'editrice Macchione voluta da Univa. Per ricordare quanto l'industria sia parte integrante della cultura di una società
Come può un libro sull’immagine celebrare l’operosità e la virtù del fare? Può, se l’argomento su cui si scrive è la provincia di Varese e se il committente è l’Unione Industriali di quella provincia, baluardo storico della Varese industriale.
E così, il secondo libro della collana voluta da Univa con la casa editrice Macchione, ImmagineVarese, cercando di scandagliare un settore delle attività a cui i varesini sono poco avvezzi finisce per celebrarne l’operosità, anche su questo argomento: fatta di tante realtà editoriali, di cartiere, di fotografi, di industrie radiotelevisive storiche.
Cioè, di cultura del fare, che è alla base di ogni elemento del bello varesino: “Per rendervene conto vi consiglio di fare un giro nei percorsi del liberty varesino, intorno a Varese o nel bustocco – sottolinea l’autore, Pietro Macchione – Percorsi che sono tipicamente industriali, fatti di strutture aziendali”.
L’immagine varesina è quindi insieme aspetto e lavoro: “Ho letto questo libro con ammirazione per quello che avete saputo fare – ha detto il direttore del Sole 24 Ore Ferruccio de Bortoli, padrino eccellente di questa nascita editoriale – in generale, provo ammirazione per quello che i lombardi sanno fare e rammarico per quello che i lombardi non sanno mostrare. Una caratteristica che si ritaglia sul nostro carattere schivo, che fa parlare i fatti. Il marketing territoriale non ci appartiene”.
Che il marketing non sia nel dna dei varesini lo racconta anche il libro, ripercorrendo cent’anni di storia dell’immagine mancata di Varese: segno che ora come allora, il problema per il varesino è sempre lo stesso “parlare di sapersi vendere, di vendere l’immagine non è cosa per noi – commenta Michele Graglia, presidente di Univa – abbiamo tante qualità ma non certo quella di saper coltivare l’immagine”.
Eppure, anche l’immagine ha una importanza sostanziale, quella di ricordare un ruolo fondamentale delle industrie troppo spesso dimenticato dalla società e anche dagli industriali stessi: “Il valore culturale che la presenza di un forte tessuto industriale ha su un territorio" come ha ribadito Michele Graglia.
Perchè l’industria non è solo fare, non è qualcosa di contrapposto allo sviluppo della società: "La presenza dell’industria ha bisogno di essere interpretata come elemento di sviluppo della cultura e della società civile, non come un elemento staccato e contrapposto a questo. La collana che abbiamo pensato con Macchione cerca di esprimere questo, e di staccarsi da un dibattito solo interno, per rivolgersi alla società”. A cominciare da un libro.
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