L’opposizione attacca urbanistica e viabilità
Il PD si presenta per la prima volta come gruppo consigliare unitario, alla cui guida è stato designato Marco Casillo
In un quadro a tratti zuccheroso (“maggioranza e opposizione operano per il bene della città” si è sentito ripetere più volte, come invito reciproco e come affermazione ideale) non mancano però le differenze tra le forze politiche sul futuro della città.
Il PD si presenta per la prima volta come gruppo consigliare unitario, alla cui guida è stato designato Marco Casillo: merito del nuovo regolamento che ha finalmente previsto il superamento dei presistenti gruppi di DS e Margherita. Con una novità significativa: la somma dei voti ottenuti dai due partiti porta il PD ad essere la prima formazione politica cittadina, superando di soli 33 voti Forza Italia. Una situazione che potrebbe però cambiare, in futuro, con la costituzione del gruppo unico del Popolo Della Libertà, con la convergenza di FI e AN
Marco Casillo ha posto l’attenzione soprattutto su tre punti principali: Sky City, la viabilità e AMSC. Dopo lo stop temporaneo dell’iter dell’ex Business Park, «una variante su cui aleggiano le ombre della magistratura», i democratici chiedono maggiore trasparenza per fugare ogni dubbio su eventuali interessi nell’area. Altro punto sollevato dal PD, gli interventi viabilistici, con particolare riguardo a Piazza Risorgimento: «vediamo una situazione assai diversa da quella che ci viene presentata. Sui due assi principali (da viale Milano e da via Varese-via Pegoraro) non vi sono stati benefici rilevanti», a fronte di un intervento imponente. Mentre su Amsc «permangono dubbi sulla situazione finanziaria complessiva e su quale sia il futuro della società». Perplessità anche sulla acquisizione mediante esproprio e sulla ristrutturazione di Palazzo Minoletti, condivise anche da Laura Floris Martegani, rappresentante dei socialisti.
Feroce la critica di Cinzia Colombo (Prc), che sottolinea in particolare i costi – non solo economici – degli interventi viabilistici. «In Viale Lombardia si è ottenuto il risultato di dividere in due la città, allungare i percorsi e rendere pericolosa la strada, vista anche la mancanza di piste ciclabili. In Piazza Risorgimento il traffico è rimasto tale e quale, a fronte di 2,5 milioni di euro di spesa». Grandi interventi che – accusa la consigliere di Rifondazione – sarebbero legati alla volontà di favorire i nuovi insediamenti di grande distribuzione già realizzati o in corso di realizzazione.
Normale amministrazione,“maggioranza e opposizione, nel rispetto dei propri ruoli, operano per il bene della città”. Un po’ meno normale quel che succede quasi in chiusura di consiglio: Aldo Lamberti (PD) sottolinea la necessità di interrogarsi e alzare la guardia di fronte alla criminalità organizzata: «Recenti fatti nella zona segnalano la possibilità di infiltrazioni mafiose nel tessuto produttivo e sociale di Gallarate». E fa riferimento alle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Busto Arsizio sull’attivismo della ‘ndrangheta locale, ai fatti di cronaca nel legnanese, «a trasmissioni televisive che hanno parlato della nostra zona», ad atti di intimidazione ai danni di dirigenti dei comuni limitrofi. Un riferimento che viene probabilmente associato dall’assessore Massimo Bossi ad altre inchieste giornalistiche che tiravano in ballo esponenti locali di FI: l’assessore ha dunque protestato in modo veemente contro l’esponente del PD. Un "qui pro quo" (qualcuno tra i consiglieri preferisce l’inglesismo misunderstanding) che potrebbe risolversi con un chiarimento e che invece viene riproposto ulteriormente dal forzista Alessandro Petrone, che accusa Lamberti di «voler trasformare il consiglio in un aula di tribunale». A disinnescare tutto ci pensa il presidente Donato Lozito, che promette una verifica delle registrazioni audio e rassicura: «Non mi pare che quest’aula si sia mai trasformata in un’aula di tribunale»
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