La setta sotto inchiesta, da Camelot alla fine del mondo

La storia del Roveto Ardente e dei suoi capi: una mistica e la sua famiglia, la casa monastica, le accuse e la difesa

E’ la onlus "Roveto Ardente" la setta su cui sta indagando la Digos, un gruppo che in passato aveva la sede a Masnago, ma che ha anche gestito una casa con delle donne che facevano vita monastica: si indaga su un lascito sospetto, sulla scorta di denunce presentate da 25 ex aderenti del gruppo.

Nel frattempo, è curioso anche conoscere come funzionava il gruppo religioso. Fondato da Piero S. e dalla moglie Giannella, marchigiano lui, campana lei, negli anni ottanta, dopo una esperienza nel movimento cattolico del rinnovamento dello spirito. I due leader carismatici avevano aperto un gruppo scout a Varese, nel quartiere di Bobbiate, ma avevano lasciato lo scoutismo qualche tempo dopo, a causa dei contrasti con gli altri gruppi che ne guardavano con sospetto la
struttura settaria. All’epoca erano noti per la forte impronta mistica, tanto che diversi ragazzi ricordano di aver partecipato a riti con l’imposizione delle mani contro il mal di testa. Bizzarrie, certo, ma penalmente non rilevanti. Giannella, la fondatrice, si dice abbia proprietà mistiche, nelle sue lezioni come insegnante di religione fa ascoltare agli adolescenti le orazioni di padre Balducci, il prete anti-satana, che vede nel rock il diavolo, spiegando i misteri delle incisioni al contrario nei dischi dei Beatles e dei Led Zeppelin.

Qualche anno dopo, la famiglia S. la troviamo impegnata in attività di volontariato. Roveto Ardente è una Onlus, e i capi fanno attività con i ragazzini ambientate a Camelot, rifacendosi alle gesta di Re Artù. Il gruppo è partito dal cattolicesimo, ma accanto alle attività dello stesso ha anche sviluppato una realtà i cui aderenti rivivono l’ambiente fantastico di Camelot, tanto che nel 1999 viene persino celebrato un matrimonio in costume tipico dei tempi di Lancillotto nella chiesa di San Cassiano a Velate. In quella occasione, un parrucchiere prende in sposa un’importante funzionaria statale, e una foto su un quotidiano immortala tutti gli invitati vestiti come dame e cavalieri

Lo studioso Andrea Menegotto del Cesnur (centro studi nuove religioni), un esperto in materia, spiega la geografia della setta: "All’inizio degli anni duemila – dice – si parla già di casa comunitaria con alcune donne adepte, e c’è un rapporto stretto con un prete a Pesaro, ma già nel 2001, un vescovo marchigiano scrive che il Roveto Ardente ha aspetti controversi dal punto di vista dottrinale".

Nel 2005 muore la fondatrice, comicia la crisi: "Il gruppo è caratterizzto da una assoluta autoreferenzialità – sottolinea Menegotto – La casa per le donne mistiche che ricevono il carisma dalle mani di Giannella è emblematica in questo senso, è un gruppo che si spinge ai confini della chiesa cattolica e prende una strada propria. Soprattutto dopo la morte di Giannella, e quindi in tempi di crisi causata dalla fuoriuscita di molti membri – spiega ancora l’esperto – si diffonde un forte accento di carattere apocalittico, che aveva fatto parlare alcuni di una fine del mondo prevista per l’inverno del 2008".
E qui inizia la parte giudiziaria: scattano le denunce. Verso Piero S., due sue figlie, e il sacerdote di Pesaro.

La difesa del Associazione Roveto Ardente, l’avvocato Alberto Zanzi, va al sodo: "Non mi interessa che cosa facciano i miei clienti nelle loro case, la sostanza è che l’associazione ha uno statuto, fanno tutti vita povera e frugale, e chi aderisce lo sa. Non hanno mai costretto nessuno a spogliarsi dei propri beni a loro favore, e non vedo nè gli artifici e nè i raggiri necessari per configurare il reato contestato".

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Pubblicato il 14 Ottobre 2008
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