Le banche fanno gli assicuratori? “Intervenga l’Antitrust”

Audio Porfidio perora la causa dei colleghi agenti assicuratori a fronte dell'avanzata delle banche nel settore: "un fenomeno diffuso dagli aspetti incerti"

Riceviamo e pubblichiamo 

Il fenomeno della globalizzazione dei sistemi finanziari dei principali Paesi ha causato profonde trasformazioni da mettere in difficoltà le economie reali e i sistemi economici non sufficientemente attrezzati a reggere il confronto della competizione su vasta scala.

Il superamento delle frontiere protezionistiche del secolo scorso e i recenti tentativi di liberalizzazione dei mercati e delle professioni se, da un lato, oggi hanno potuto favorire maggiori opportunità e riduzione dei costi momentanei, dall’altro, purtroppo, rischia di causare l’emergere di posizioni dominanti nel mercato le quali, alla fine, finiscono per ridurre o azzerare i benefici prodotti in un primo momento lasciando, però, sul terreno le macerie di coloro che hanno ingenuamente creduto in un mercato libero e sano. Un caso particolarmente rilevante è rappresentato dal fenomeno della bancassicurazione, linguaggio comune usato oggi per definire la distribuzione bancaria dei prodotti assicurativi. Certamente, la vendita di polizze di assicurazione da parte delle Banche rappresenta la forma più evidente di un fenomeno in continua crescita che finisce, però, per creare una sorta di concorrenza sleale a danno degli Agenti assicurativi regolarmente iscritti ai relativi Albi. Questi ultimi, infatti, hanno dovuto affrontare molteplici difficoltà per ottenere il possesso del titolo di “Agente assicurativo” cosa non richiesta, invece, per le Banche in quanto per loro è sufficiente far frequentare qualche breve corso ai funzionari preposti ad offrire alla clientela prodotti assicurativi per maturare il diritto ad esercitare tale servizio. Senza voler sostenere gli interessi corporativi di una categoria rispetto ad un’altra ma, oggettivamente, l’Agente assicurativo offre oggi maggiore garanzia per i potenziali sottoscrittori di polizze proprio in virtù di una maggiore esperienza professionale acquisita sul campo ed una preparazione nei diversi rami assicurativi consolidata nel tempo anche attraverso ripetuti corsi di specializzazione, difficilmente riscontrabili in altre realtà concorrenziali. La conseguenza di tutto questo stato di cose è che sull’investitore privato ricadono gli effetti negativi derivanti dal fatto che non sempre gli Istituti di credito dispongono di preparazione adeguata a fornire le delucidazioni necessarie per proporre i prodotti assicurativi alla loro clientela.

Con ciò non vorrei negare l’utilità del processo di globalizzazione dei mercati finanziari laddove esso rappresenti uno stimolo all’intensificazione delle relazioni tra Banche e Compagnie di assicurazione, sia tramite partecipazioni azionarie che mediante accordi commerciali aventi come scopo la commercializzazione di prodotti assicurativi presso gli sportelli bancari in un sistema di collaborazione paritaria. Insomma, il problema va affrontato nella sua reale dimensione, senza prese di posizione e senza demonizzare gli aspetti positivi della collaborazione tra le Istituzioni creditizie ed assicurative, denunciando però le situazioni che alimentano soltanto posizioni oligarchiche delle Banche che finiscono per arrecare danni alla concorrenza senza alcun beneficio per il cittadino. Sotto questo aspetto, fondamentale risulterà l’atteggiamento che le Compagnie di Assicurazione vorranno assumere in difesa dei propri Agenti ingiustamente sacrificati in un’ottica di benefici immediati non proiettabili in futuro.

Preme, in questo momento di grave crisi finanziaria nel quale le Banche hanno avuto non poche responsabilità, fissare delle regole comuni anche in un campo determinante per lo sviluppo dell’economia del Paese; quello assicurativo, nel quale occorre salvaguardare il ruolo specializzato e insostituibile degli Agenti assicurativi, oggi fortemente esposti e minacciati dall’invadenza di una concorrenza senza regole in dispregio dei principi basilari fissati dal nostro ordinamento giuridico.

Diversamente, dobbiamo rassegnarci ad assistere agli effetti devastanti di un mercato malato nel quale trionfa la legge del più forte a danno dei meno tutelati dove il facile arricchimento prevale sull’impegno del lavoro, sul sacrificio personale e nel rispetto delle regole comuni.

Auspico, a questo punto, un provvidenziale intervento dell’Autorità Antitrust o di quelle che avrebbero il compito del controllo delle attività creditizie ed assicurative per rimettere ordine ad un sistema che comincia ad accusare i segni di un decadimento progressivo.

Audio Porfidio

Agente Generale di Assicurazione Aviva s.p.a.

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Pubblicato il 22 Ottobre 2008
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