Morto a 110 anni l’ultimo reduce italiano della Grande Guerra

Delfino Borroni ha vissuto gli ultimi anni della sua lunghissima vita (era il più vecchio d'Italia) a Castano primo: nel 2004 anche Varesenews lo intervistò

Non ci sarà, per la prima volta, il 4 novembre Delfino Borroni. Era l’ultimo veterano italiano della Grande Guerra ancora in vita e l’uomo più anziano d’Italia. Con lui, domenica, nella casa di riposo San Giuseppe di Castano Primo se ne è andata una pagina di storia che quattro anni fa anche Varesenews aveva raccolto proprio in occasione della solennità a ricordo del primo conflitto mondiale, conclusosi con una soffertissima vittoria per le armi italiane.

Borroni (qui i suoi ultimi racconti al Tg1) era l’ultimo "cavaliere di Vittorio Veneto", l’onorificenza attribuita a chi si era battuto in quella terribile guerra, la più sanguinosa per l’Italia che vi ebbe circa 650.000 morti. Più dei 440.000 della Seconda Guerra Mondiale che pure vide il paese devastato, percorso da eserciti stranieri e roso dalla lotta tra i nazifascisti e la Resistenza. Delfino Borroni era nato nel Pavese, a Turago Bordone, il 23 agosto 1898. La guerra lo raggiunse diciannovenne con la cartolina dell’arruolamento, nel 1917, mentre l’esercito italiano dissanguato "raschiava il fondo del barile" in cerca di braccia, e divenne bersagliere ciclista. Combattè ciononostante in montagna, l’ambiente prevalente di quel conflitto: ad Asiago, sul Pasubio, poi a Caporetto dove si salvò miracolosamente e fu fatto prigioniero durante la ritirata. Fuggito quando capì che gli austriaci non avevano praticamente più nulla da dare da mangiare alla massa dei 300.000 catturati, riuscì a cavarsela e riabbracciare i familiari. Dopo la Grande Guerra si trasferà a Castano Primo, si sposò, divenne macchinista sul Gamba de Legn, il famoso tram per Milano. Durante il secondo conflitto mondiale, ci raccontava, fu ferito in un mitragliamento aereo alleato e passò un mese in ospedale. Andò in pensione insieme all’amato tram, negli anni Cinquanta, mezza Italia fa, continuando a fare il meccanico, "naturalmente" ciclista.

Borroni lascia a Castano i figli Angelo e Pinuccia (nella foto con il padre) e numerosi nipoti e pronipoti. Il ministro della Difesa La Russa ha espresso il suo cordoglio. Le esequie non sono ancora state fissate, ma non si esclude che possano essere in forma solenne, in modo da ricordare insieme a Delfino Borroni che ha vissuto oltre un secolo i tanti, troppi, la cui vita fu invece troncata troppo presto dal flagello orrendo della guerra.

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Pubblicato il 27 Ottobre 2008
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