Quando Scalfari era di casa al tribunale di Varese
Il fondatore del quotidiano "La Repubblica" 30 anni fa testimoniò in favore della giornalista Camilla Cederna. Sabato sera terrà la lectio magistralis a Villa Recalcati
«C’è di che emozionarsi. Io quando ero un ragazzo ritagliavo i suoi articoli, li conservavo e li rileggevo con attenzione». A Gianni Spartà, caporedattore della Prealpina, tremano le gambe solo al pensiero. Sarà lui, infatti, a presentare Eugenio Scalfari, fondatore e primo direttore del quotidiano La Repubblica, che sabato 11 ottobre, a Villa Recalcati (ore 21), terrà la lectio magistralis per il Premio Chiara o Festival del racconto, secondo la nuova denominazione voluta dagli organizzatori. (foto: Eugenio Scalfari)
In verità Spartà aveva già incontrato Scalfari in tre occasioni precedenti, quando era un giovane cronista della Prealpina. «Era il 1978 e Scalfari venne a testimoniare al processo contro Camilla Cederna, naturalmente in suo favore – racconta il giornalista -. La Cederna aveva scritto un libro sul democristiano Giovanni Leone. Il procedimento si celebrava a Varese perché la competenza era del tribunale del luogo in cui aveva sede la tipografia che aveva stampato il libro, in quel caso la Lativa».
Il pubblico ministero di allora era Giuseppe Cioffi che ottenne la condanna della giornalista e «lo strappo» di alcune pagine del libro “Giovanni Leone. La carriera di un presidente” (Feltrinelli).
Legata sempre ad un processo è l’altra “gita” di Scalfari in terra varesina . Questa volta la pubblicazione incriminata portava la sua firma e quella di Giuseppe Turani, all’epoca capo dei servizi economici dell’Espresso, che avrebbe poi seguito Scalfari nell’avventura di Repubblica. Il libro “Razza Padrona”, pubblicato nel 1973 da Feltrinelli, scatenò le ire di molti comprese quelle di un parlamentare missino che denunciò gli autori. La questione però si risolse con un nulla di fatto.
Eugenio Scalfari fece una terza visita nella Città Giardino, nel 1976, anno del debutto del quotidiano La Repubblica. «Fu un momento storico – conclude Spartà -. Ricordo il Salone Estense stracolmo di gente, venuta ad ascoltare il padre del primo tabloid italiano, destinato a rivoluzionare il panorama editoriale del Bel Paese».
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