Veltroni: “Ho paura per le sorti della democrazia”
Il leader del PD affronta in una lettera al Corriere della Sera l'accusa di aver abbandonato il dialogo. Lo fa denunciando la politica mediatica, insieme alle dimostrazioni di forza di Berlusconi e di altri governi mondiali
«A preoccuparmi è questo, è una realtà che si sta incaricando di dimostrare che nel mondo il mercato può esistere anche senza democrazia»: sono queste le parole più dure dell’esponente dell’opposizione Walter Veltroni in una lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera.
Il leader del PD affronta le accuse di chiusura del dialogo con Berlusconi, considerando il termine "dialogo" una pericolosa semplificazione giornalistica: «Quello che i giornali hanno stucchevolmente chiamato dialogo, ovvero il confronto con il governo sulle riforme istituzionali necessarie al Paese, è diventato una «autocensura moderata dell’opposizione, la sordina sulle critiche anche veementi all’azione di governo ». Uno schema impossibile e irrealistico, prima di tutto per la vita stessa della democrazia».
Veltroni considera pericoloso il metodo improntato da questo governo: «In cinque mesi di vita il Parlamento è stato chiamato a ratificare una lunga serie di provvedimenti, tutti o quasi decreti legge, tutti o quasi votati sull’onda della fiducia. Male sui contenuti (che si tratti di scuola o di sicurezza, di giustizia o di conti pubblici), male nel metodo che è poi sostanza democratica».
Il problema di carenza democratica, però, secondo Veltroni non riguarderebbe il nostro paese, ma sarebbe una tendenza preoccupante per tutti i governi mondiali: «È la realtà di un generalizzato bisogno di decisione che si manifesta con un insieme di semplificazione mediatica dei problemi, di fastidio per ogni complessità, di richiamo alle paure più profonde delle persone, di tendenze all’investitura plebiscitaria della leadership, di scavalcamento o marginalizzazione delle istituzioni».
Il tema affrontato sulla lettera al Corriere sarà certamente un filo di discussione importante nei prossimi giorni. Anche perché il PD dedicherà la sua manifestazione del 25 ottobre a Roma proprio ai rischi di decadenza della democrazia.
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