Vittime del lavoro tra acuti bisogni e prosaica realtà

Questo il quadro che emerge dall'incontro provinciale indetto da Anmil. Inail ha le casse piene, ma non può spendere. Giorgetti: "Momento difficile, vedremo cosa si può fare"

Da danée, ghe n’é minga. Si potrebbe tradurre così, in lingua orginale "padana", l’intervento dell’on. Giancarlo Giorgetti della Lega Nord intervenuto domenica mattina al Teatro Tiglio di Marnate per la manifestazione provinciale della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. L’esponente del Carroccio si è dovuto sobbarcare un’antipatica coda in autostrada, ma è stato alla fine l’unico dei "big" della politica nazionale annunciati a presentarsi sul palco (c’era anche il consigliere provinciale del PdL Alessandro Bonfanti, il presidente provinciale Dario galli ha fatto una veloce "toccata e fuga" in apertura) per ribadire almeno la buona volontà di venire incontro alle richieste che giungono da Anmil, l’associazione dei mutilati e invalidi del lavoro che riunisce oltre 470.000 iscritti. Buona volontà che si scontra tuttavia con l’obiettiva difficoltà del momento, sottolineata da Giorgetti, e con una situazione pregressa di debito pubblico che il deputato, presidente della commisisone Bilancio del senato, non ha mancato di ricordare puntando il dito contro i tempi della "spesa allegra" anni Settanta-Ottanta. Fra le richieste giunte da Anmil anche quella di soprimere i divieti di cumulo pensione-reddito e di adeguare le tabelle per il danno biologico ferme al 2000.

L’occasione marnatese ha visto il sindaco Celestino Cerana "patron" d’onore della manifestazione (nella foto il cippo commemorativo alle vittime del lavoro) insieme al responsabile di Anmil Varese Franco Bettoni. Interessanti i dati snocciolati dal direttore regionale di Inail Francesco Barela, che dimostrano come gli infortuni sul lavoro nel tempo calino. Si registrano purtroppo ancora circa 1200 morti l’anno, meglio comunque dei 3600 di trent’anni fa. «Gli incidenti in totale calano del 7-8% rispetto a cinque anni fa, in edilizia del 10%, tranne che a carico degli immigrati», anelli deboli per eccellenza. Situazione di cui chi è privo di scrupoli naturalmente approfitta. Quanto ad Inail, le sue casse sono notoriamente floride: «due miliardi l’anno di avanzo, 14 miliardi di euro in totale che non possiamo gestire, vanno direttamente al Tesoro per vincoli di bilancio. Vorremo usarne almeno una parte per ridurre i contributi a chi investe in sicurezza e garantire miglior sostegno agli infortunati». Ed è questa una delle richieste che Giorgetti dovrà impegnarsi a portare avanti, nei limiti del possibile, presso il ministro Tremonti.

La Lombardia resta la regione con più infortuni in assoluto, ma quanto a incidenti e invalidi in rapporto al numero di lavoratori è fra le ultime, dato incoraggiante. «Il costo totale del problema per il Paese è di 45 miliardi di euro, includendo le spese per la sicurezza che ammontano a 11 miliardi» dice Barela. Cifre da mozzare il fiato. Eppure in sicurezza le imprese devono investire senza temere, perchè sono soldi risparmiati, in realtà, come ricordava anche il portavoce marnatese del PD Gabriele Bellotti, reclamando il lavoro come fondamento della Repubblica, ma anche come lavoro in condizioni sicure.

Così Bettoni per Anmil: «Il nostro scopo è arrivare ad una società e un mondo del lavoro in cui di noi non ci sia più bisogno, ma è un obiettivo lontano. I grandi media parlano solo dei morti sul lavoro, ma abbiamo 800.000 invalidi, cui l’associazione offre anche supporto psicologico per il reinserimento, e 130.000 vedove e orfani: non dimentichiamoli».

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Pubblicato il 12 Ottobre 2008
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