Albergo a Ville Ponti, il “No” degli ambientalisti

Legambiente, Italia Nostra e Verdi Ambiente e società si schierano contro il progetto. Mentre il Fai è favore

Siamo contro l’albergo di Ville Ponti: il terreno dove sorgerà è troppo angusto, è in mezzo ai condomini, crea difficoltà ai residenti e per giunta non serve, perché il centro congressi può già utilizzare i posti letto dell’Ata hotel dell’ippodormo o dell’Art Hotel. Dunque, perché costruire ancora? Ci sembra, più che altro, che sia prevalsa la volontà della camera di commercio di avere un giocattolo proprio”.

 

Arriva un no, all’albergo che la camera di commercio vuole costruire sul colle di Biumo. Lo pronunciano tre sigle dell’universo ambientalista: Legambiente, Italia Nostra, Verdi Ambiente e società.

 

Stiamo parlando di uno dei progetti qualificanti per il futuro di Varese, quello che assegna alla città una più decisa vocazione congressuale e che si trova ancora in itinere. La sistemazione del Colle di Biumo, infatti,  attende il via libera dal consiglio comunale. Ci vuole una variante urbanistica che sarà votata entro marzo. Il primo step, ovvero la firma dell’accordo di programma che coinvolge enti locali, camera di commercio e Fai, è andata in porto a novembre. L’accordo prevede, nel 2010, l’unione dei parchi nobili della città. Tre antiche dimore, e in particolare, le Ville Ponti della camera di commercio, Villa Panza del Fai, e Villa S.Francesco che a sua volta è stata acquisita dal Fai. Saranno realizzati l’ampliamento degli spazi espositivi di Villa Panza, la costruzione di un albergo per la camera di commercio, due nuovi parcheggi, e alcune sistemazioni pedonali e viabilistiche. La camera di commercio punta molto alla nuova struttura e la considera importante per dare vita un centro congressuale con tutti i comfort. Il Comune, la Provincia e la Regione sono d’accordo e parlano di una rinascita della città giardino. E allora, cosa c’è che non va?

 

“Diverse cose, nel merito, e nel metodo”  dicono Alberto Minazzi di Legambiente, Carlo Segre di Italia Nostra, Maud Ceriotti Giaccari di Verdi Ambiente e Società. Gli ambientalisti sono andati in Regione a prendersi le cartine, le hanno studiate e hanno estratto il cartellino rosso. La collocazione: l’albergo sarà costruito tra via Cadolini e via Bergognone, in un terreno di 5mila metri quadri, per un edificio di 8500 metri quadri. “E’ troppo cemento, avrà un forte impatto, almeno sette piani – dicono – i posti letto dei nuovi alberghi, invece, ci sembrano più che sufficienti per il centro congressi. L’unione dei parchi tanto sbandierata, inoltre, è davvero poca cosa e non c’è bisogno di fare un accordo di programma per attuarla: si tratta solo di aprire i cancelli e sistemare il verde di ville che sono già confinanti”.

 

Il metodo: le associazioni sostengono anche che l’accordo di programma assegna ai firmatari il ruolo di controllati e controllori. Per questo, vogliono che rientri nella procedura del Pgt, partecipata, pubblica, e sotto gli occhi di tutti. Così com’è adesso, l’accordo, prevede le osservazioni dei cittadini nella Vas (valutazione ambientale strategica) ma le associazioni hanno paura che sia solo una formalità : “Stiamo parlando di soldi pubblici, è giusto che tutto avvenga con trasparenza e alla luce dl sole, dunque ci vuole una procedura più partecipata”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2009
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