Il festival di Bonolis fa il botto

Più di 14 milioni di spettatori alla prima serata grazie a una formula che "tiene dentro tutto". La seconda serata aperta dal coro legnanese Jubilate

Mozart mescolato ai Pink Floyd in un brano del coro Jubilate, ben noto nelle nostre zone perchè di Legnano: non ci poteva essere avvio più emblematico per la seconda giornata del Festival di Sanremo.

Un festival che piace a molti – i dati d’ascolto della prima puntata sono "da botto": oltre14 milioni  erano gli spettatori attaccati alla tivù il primo giorno e quasi 10 milioni il secondo a vedere il Festival nella versione SuperBonolis – perchè non evita niente: nè il trash nè l’impegno, ne le polemiche nè il "volemose bene", nè la musica alta nè le canzonette, nè i belloni nè le ex oscure coriste.  Non tace  l’assenza della Zanicchi "per protesta", non fa finta che non esistano le papere, fa parlare Povia e Grillini, parte con una corale che esegue Mozart e finisce col coro della giuria demoscopica che canta canzoni in romanesco, mescola il bellone di turno con la stella internazionale della danza.  Non sceglie di evitare per non disturbare, fa l’esatto contrario: così non manca niente, e perciò piace a tutti. Con punte di ottime idee, come il recupero cultural-piacione di De André ad opera della Pfm accompagnata da due attor giovani tra i più in voga: Claudio Santamaria (che ha sfoderato una bella voce, peraltro) e Stefano Accorsi. E vette di trash puro come il succitato corretto del loggione, o il classico – ma troppo lungo per chi ogni tanto vuol sentire cantare – sketch Laurenti / Bonolis dove il primo fa la parte di quello che non capisce niente.

La cosa più straordinaria di questa bizzarra formula di successo è che la musica, in fondo, non ne soffre troppo: i dibattiti sulle canzoni (quasi tutte di impegno sociale, più o meno nazionalpopolare, alla faccia del "festival dell’amore") non mancano e, aldilà della protesta della Zanicchi, si comincia a scorgere più chiaramente, con il secondo ascolto, chi potrebbe svettare.
Dolcenera e Renga in primis – ma per quest’ultimo, superfavorito, bravo tecnicamente, con una canzone ineccepibile, è difficile, almeno per chi scrive, sentire passione come la musica pretenderebbe… – ma anche, ahimè, Povia: che come sapete chi scrive contesta "nel merito" (sarà perchè si tratta di  una madre separata?) ma è oggettivamente tra le canzoni più orecchiabili e moderne in gara.

Meno brillanti i giovani, in questa seconda serata: fatte salve la simpatica Arisa, che sembrava la segretaria di Betty Boop e cantava con lievità – anche se all’improbabile orario delle 00.45 – un pezzo dall’italiano complesso e ironico, come se fosse una Carmen Consoli in vena di scherzi. E la dimagritissima Karima, reduce da Amici, con una voce potente e melodiosa e una canzone veramente degna di Sanremo: e passi la stecca finale, chè stare per la prima volta su quel palco non è come dirlo. Un’esperienza che condivide, anche se in modo diverso, con il suo collega più fortunato Marco Carta, che si esibisce in mezzo ai big ad orari di gran lunga più accettabili:  a causa, come chiaramente precisato dai nostri lettori, del disco di platino oltre che della sua vittoria alla popolare trasmissione. Ma la figura migliore tra i due la fa senza dubbio lei, relegata tra i giovani ad orari notturni. Con la consolazione di avere come padrino nientemeno che Burt Bacharach. Non a caso.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Febbraio 2009
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