Sgomberati i rifiugiati. L’assessore: “Chiusura temporanea”

Trasferimento questa mattina per i 16 richiedenti asilo. Per il Comune avevano violato i regolamenti. La giunta deciderà entro un mese se riaprirlo

I rifugiati di via Pola sono stati sgomberati questa mattina. Sono stati trasferiti in altre strutture gestita dalla Caritas, l’ente che ha con il comune un appalto per le gestione dell’accoglienza agli asilanti, nell’ambito di un progetto del Ministero dell’interno. La decisione è stata presa di concerto tra Caritas e l’assessore ai servizi sociali, Gregorio Navarro. Il sindaco Attilio Fontana è stato informato e ha condiviso la scelta dell’assessore. “Non è una chiusura definitiva del centro rifugiati – spiega Gregorio Navarro – la decisione sul finanziamento del progetto dovrà essere presa dalla giunta entro un mese, il provvedimento di oggi deve essere interpretata in un altro senso. Noi vogliamo salvare il centro, ma gli occupanti attuali hanno infranto i regolamenti, abbiamo perciò deciso di voltare pagina. La Caritas ha trovato loro una sistemazione in altre strutture lombarde e utilizzeremo questo periodo di vuoto per fare dei controlli strutturali nella casa».

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Sgombero via Pola 4 di 11

I 16 immigrati hanno fatto le valigie e intorno alle 11 hanno lasciato la casa di accoglienza, con automezzi forniti dalla stessa Caritas. Nessuno sarà espulso o perderà vitto e alloggio. Ieri (mercoledì), i richiedenti asilo di via Pola sono stati convocati per una riunione fissata oggi in mattinata. Alcuni hanno intuito che cosa stava accadendo. Questa mattina, la polizia locale è intervenuta con cinque auto, la questura ha inviato una volante. Il dirigente dei servizi sociali, Franco Spatola, ha comunicato la decisione. Gli stranieri hanno chiesto spiegazioni ma non ci sono stati disordini. La settimana scorsa, alcuni asilanti avevano denunciato ai carabinieri i disagi di via Pola: riscaldamento rotto e cibo cattivo. Alcuni ragazzi, avevano freddo e avevano installato delle stufe elettriche in camera che avevano fatto saltare il sistema. Il guasto è stato riparato ma la vicenda ha creato malumori. Da qui l’intervento del comune.

Lo sgombero è stato completato intorno alle 13. Un occupante della casa, ha persino preparato il thè e lo ha servito ai vigili urbani che infreddoliti controllavano lo sgombero. Jean Marie, un congolese di Kingshasa, spiega che tra i problemi c’era anche quello di alcuni ospiti con problemi psicologici, una problematica da mettere in conto, visto che i rifugiati vengono spesso da guerre e tragedie. “Io sono scappato passando dall’Uganda, dove un associazione per i diritti umani mi ha fatto fuggire in Italia – racconta – Lavoravo nella marina militare. Nel nord del Congo, in Kivu, sono stato catturato e torturato dai ribelli, adesso mi portano in un centro a Milano”. Rimane, invece, il caso politico: lo sgombero di oggi è davvero temporaneo? Tocca alla giunta decidere. La Lega è contraria, ma il sindaco da due anni viene messo in minoranza e l’assessore Navarro l’ha sempre avuta vinta con i voti degli assessori di Forza Italia: “Sa com’è – precisa .- anche Don Sturzo è stato un rifugiato, e noi non lo dimentichiamo”.  Sulla gestione dei rifugiati da parte delle cooperative cattoliche, poi, pesa ancora una indagine, ancora in corso, della Digos e della procura di Varese, per truffa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Febbraio 2009
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