La riscoperta del Monte San Francesco sopra Velate

Un libro per ritrovare le origini della nostra cultura locale

Filmstudio ’90 di Varese in collaborazione con il Centro Culturale di Velate presenta il libro di Andrea Ganugi "Monte San Francesco sopra Velate: la cancellazione repentina di una storia millenaria", Macchione Editore 2009.
Il libro si inserisce nell’ambito del progetto multimediale di valorizzazione territoriale "Contado del Seprio" con il patrocinio di: Regione Lombardia (Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia), Provincia di Varese (Assessorato al Turismo e alla Cultura) e Università
dell’Insubria. Questo progetto intende sostenere la candidatura Unesco di Castelseprio quale "patrimonio dell’umanità". Alla serata parteciperanno l’autore Andrea Ganugi, l’editore Pietro Macchione, il presidente di Filmstudio ’90 Giulio Rossini, la giornalista della Prealpina Paola Tognella.

La presentazione si terrà presso il Salone Parrocchiale di piazza Santo Stefano a Velate, venerdì 22 maggio 2009 alle ore 21.00. Il Monte San Francesco ha una storia millenaria, trovandosi sul limes dell’Impero Romano. E’ stata torre di guardia che divideva la civiltà da ciò che veniva
definito incivile, barbaro. E’ stato un luogo di culto per i Longobardi che usavano celebrare i propri defunti, installando delle pertiche con la riproduzione di una colomba sulla punta. La testa della colomba guardava lì, verso il luogo dov’erano morti i guerrieri. I Francescani, quando probabilmente S.Francesco era ancora in vita, decisero di stabilirsi in quel posto che avrebbe permesso loro di dedicarsi alla preghiera e al lavoro della terra.

La fine della Storia del Monte San Francesco è stata determinata da una serie di fatti messi in moto
dall’omicidio di un frate, avvenuto nella seconda metà del Cinquecento: al culmine dello scontro teologico tra Riforma protestante e Controriforma cattolica. La cancellazione di un luogo dalla storia millenaria trova il suo compimento in una lettera che tutt’ora è depositata presso l’archivio
della Biblioteca della curia arcivescovile di Milano: una missiva di San Carlo Borromeo che ordina di sconsacrare quei luoghi di culto e dopo questo… il nulla.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Aprile 2009
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