Arrestato Giuseppe Zoppo, ex presidente della Pro Patria

Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere la Guardia di Finanza. L'accusa: bancarotta fraudolenta

Giuseppe Zoppo, presidente della Pro-Patria Calcio è stato arrestato ieri mattina, mercoledì 6 maggio. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono stati i militari della compagnia della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (nella foto sotto il capitano Diego Serra che ha condotto le indagini). Zoppo era subentrato nella gestione della società dal luglio del 2008 portandola  al fallimento nel giro di poco più di un anno.

Le indagini delle fiamme gialle bustesi erano iniziate qualche mese fa, su delega della locale Procura della Repubblica, nella persona del sostituto procuratore, Massimo Baraldo, nell’imminenza del fallimento della Pro-Patria. Contemporaneamente erano apparse alcune notizie giornalistiche riguardanti proteste dei giocatori della squadra per il mancato pagamento delle loro retribuzioni, nonché debiti contratti dalla società calcistica, rimasti insoluti. Gli approfondimenti investigativi, effettuati tramite acquisizioni ed analisi documentali, nonché accertamenti finanziari ed assunzioni di testimonianze da parte di persone informate sui fatti, hanno consentito di delineare un quadro preciso delle “anomalie gestionali”, che avevano condotto la società sportiva allo stato di insolvenza, realizzate nel corso dell’ultimo trimestre del 2008.

Sono state rilevate dai finanzieri, in particolare, varie condotte fraudolente, addebitabili al presidente Zoppo, portate avanti attraverso sottrazioni di denaro e risorse finanziarie dalle casse sociali, effettuate senza valide giustificazioni, sottolinea la GdF e riguardanti, tra l’altro, i proventi derivanti dagli abbonamenti e dagli incassi delle gare casalinghe, nonché somme pagate dagli “sponsor”.
Il presidente Zoppo, inoltre, si è appropriato indebitamente di:
somme incassate dalla società, per conferimenti relativi all’acquisizione di quote del capitale, prelevate senza valide ragioni dal conto corrente dove erano state depositate ovvero di somme percepite direttamente, per lo stesso motivo, e trattenute in parte consistente, versando solo il residuo nelle casse sociali;
fondi da vari conti correnti societari, tramite varie distrazioni per finalità esclusivamente personali, di denaro contante o di assegni circolari tratti direttamente a proprio vantaggio ovvero intestati a società ad egli stesso riconducibili;
Nell’ambito di questo contesto, è stato appurato che Zoppo:
– era riuscito ad ottenere, da una banca locale, un’apertura di credito in conto corrente per un importo di 450.000 euro, mediante la garanzia di titoli, ottenuta raggirando una persona (sua ex collaboratrice) inconsapevole della finalità della manovra. Su questo conto si erano accumulati, successivamente, debiti insoluti per un importo pressoché pari al fido ottenuto;
– al fine di ritardare la scoperta dello stato di dissesto al quale aveva gradualmente avviata la società calcistica ed ottenere ancora credito dalle banche, aveva emesso due fatture relative ad operazioni inesistenti, ammontanti, complessivamente a 840.000 euro, simulando, così, l’esistenza di crediti correlati. Salvo poi dichiarare alla stampa, prprio in relazione a queste, di essere stato truffato.

L’importo totale delle distrazioni di fondi accertato è pari a 330.000 euro. Sono state accertate, anche violazioni tributarie, in capo alla società sportiva, connesse ad omessi versamenti di ritenute fiscali per un importo di 177.000 euro, nonché ad omessi versamenti di IVA per 165.000 euro.

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Pubblicato il 07 Maggio 2009
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