Avviso di garanzia a Caianiello per peculato
Il provvedimento adottato dal magistrato contesterebbe l'uso improprio del cellulare in dotazione all'azienda per telefonate private. Il presidente di Amsc: "Non ho ricevuto ancora nulla, ma non ho niente da nascondere"
Peculato. È questo il reato contestato a Nino Caianiello, presidente di Amsc e uomo forte del Pdl nel Gallaratese e in tutta la provincia di Varese. Un avviso di garanzia è stato spiccato a suo carico dal pm del Tribunale di Busto Arsizio Roberto Pirro. Gli inquirenti contestano a Caianiello l’uso privato del telefono cellulare dell’azienda municipalizzata di Gallarate: da quel numero sarebbero partite numerose videochiamate per un valore totale stimato in circa 5 mila euro.
Dalla Procura della Repubblica bocche cucite e massimo riserbo sul contenuto delle chiamate, di carattere strettamente personale stando alle indiscrezioni non confermate neppure dall’avvocato Stefano Besani.
"Non ho ricevuto nulla e non so bene cosa contenga l’avviso di garanzia di cui mi ha parlato solo il mio legale". Caianiello non entra nel merito se non per precisare che "da nove anni uso un’auto e dei cellulari dell’azienda. Benefit concessi senza alcuna limitazione visto che percepisco un’indennità per le mie cariche inferiore a qualsiasi altro in Lombardia. Confido nella giustizia e spero che la questione si chiarisca al più presto".
Dalla Procura della Repubblica bocche cucite e massimo riserbo sul contenuto delle chiamate, di carattere strettamente personale stando alle indiscrezioni non confermate neppure dall’avvocato Stefano Besani.
"Non ho ricevuto nulla e non so bene cosa contenga l’avviso di garanzia di cui mi ha parlato solo il mio legale". Caianiello non entra nel merito se non per precisare che "da nove anni uso un’auto e dei cellulari dell’azienda. Benefit concessi senza alcuna limitazione visto che percepisco un’indennità per le mie cariche inferiore a qualsiasi altro in Lombardia. Confido nella giustizia e spero che la questione si chiarisca al più presto".
La Procura è arrivata al presidente di Amsc dopo aver verificato i numeri cellulari e le sim in dotazione all’azienda multi servizi del Comune. Le indagini sono partite da uno stralcio dell’inchiesta Lolita: tra le oltre 300 mila intercettazioni ordinate per cercare prove sul “sistema” che governava l’ufficio tecnico di Palazzo Borghi, sono spuntate anche quelle che hanno portato il pm Pirro a procedere nei confronti del numero uno di Amsc.
A carico di Caianiello pende anche un altro avviso di garanzia, per concussione, dal 2005: secondo l’accusa il costruttore Leonida Paggiaro sarebbe stato “costretto” da Caianiello e dall’architetto Michele Miano a pagare una tengente da 400 mila euro per facilitare la costruzione di un centro commerciale in via Pegoraro a Gallarate. Il processo tra varie vicissitudini e rinvii non è ancora stato celebrato.
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