Accam, provocazione targata Verdi: “Facciamone un crematorio”

In un comunicato gli ambientalisti bustesi insistono: no all'inceneritore "per sempre" come proposto da Buscemi ("Busto ha già dato"), chiusura nel 2019 ed estensione del Parco Alto Milanese. In alternativa... "almeno si saprà dove e cosa ci si brucia"

Provocazione targata Verdi sull’argomento Accam, sempre rovente. La proposta è di chiudere l’inceneritore borsanese nel 2019, come prevede la convenzione tuttora in vigore, ma di prossima modifica. Non per sostituirlo con un centro per il riciclo, ma per estendere il Parco Alto Milanese "oppure, in modo provocatorio" scrivono, per installarvi "un forno crematorio per i bustocchi. Almeno sapranno dove e cosa si brucia…"

I Verdi bustesi, in un comunicato a firma del portavoce, il sinaghino Andrea Damin, ricordano che l’inceneritore Accam è ininterrottamente sul posto dal 1972, sia pure con alcune forzose pause, e

anche dopo il rinnovo strutturale del 2000 ha conosciuto incidenti come quello del novembre 2004.

"L’inceneritore inquina" ricordano i Verdi, se mai ce ne fosse bisogno; "fa denaro e contrasta con la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti". L’argomentazione è la seguente:  "L’impianto Accam è autorizzato all’incenerimento di rifiuti solidi urbani, rifiuti speciali assimilabili e rifiuti ospedalieri, tal quali, a basso potere calorifico. L’aumento della raccolta differenziata comporta l’arrivo all’inceneritore di un rifiuto ad alto potere calorifico, provocando sia problemi di gestione, sia una riduzione della produttività energetica, ovvero milioni di euro come minori entrate per Accam e per il Comune di Busto Arsizio".

 
"L’inceneritore non è una fonte rinnovabile", ricorda Damin, "al pari dell’energia eolica, geotermica, solare ecc. L’Italia è l’unico paese nel quale viene concesso l’incentivo anche alla produzione di energia elettrica tramite procedimenti quale ad esempio il carbone o la combustione dei rifiuti urbani negli inceneritori – grazie ai famigerati Cip6".

In tempi in cui si vuole modificare la convenzione e far sparire l’inconveniente limite operativo del 2019, visti i costi e la portata del revamping (ristrutturazione) destinato ad ammodernare e rendere meno inquinante l’impianto, i Verdi non ci stanno. E pur privi di rappresentanza eletta in consiglio comunale, ci tengono a dire la loro. "L’inceneritore per sempre, previsto dall’Ass. Regionale Buscemi e dalla PDL Regione, PDL Provincia e PDL Comune, non ci piace. Busto ha già dato. Il revamping è solo un dato necessario a causa dei valori troppo inquinanti dell’impianto. Il teleriscaldamento per Borsano, sembra la solita promessa, che non compensa comunque il danno ambientale". Di seguito, la provocazione: o un nuovo angolo di parco, o… il crematorio. Quanto all’amministrazione bustese, per bocca del sindaco aveva già sentenziato in luglio: quella dei rifiuti è una questione troppo seria per essere lasciata agli ambientalisti.

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Pubblicato il 04 Settembre 2009
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