Ancora incidenti mortali sul lavoro, Cgil alza la voce

Siamo a quota 42 dall'inizio dell'anno in Lombardia, gli ultimi quattro erano tutti pensionati che continuavano a lavorare in agricoltura o edilizia. "Troppa irregolarità, leggi svuotate e controlli depotenziati"

Ennesimo incidente mortale sul lavoro oggi a Casei Gerola, in provincia di Pavia, il quarantaduesimo dall’inizio dell’anno nella nostra regione: un pensionato di 73 anni che stava lavorando su un ponteggio, è precipitato da un’altezza di tre metri e mezzo.

“A oggi, e solo in questo mese – ha detto Oriella Savoldi della Segreteria della CGIL Lombardia – in Lombardia sono diventati quattro gli infortuni mortali; tutti pensionati al lavoro, il primo in agricoltura, travolto dal trattore e gli altri in edilizia, tutti caduti dall’alto. Morti atroci in settori di cui è noto l’alto rischio di irregolarità che alimenta le sacche elevate di economia sommersa ben presente anche nella nostra Regione e, di conseguenza, l’alto rischio per la vita di chi ci lavora. Settori dunque che in un’ottica di prevenzione andrebbero presidiati nella tensione a far rispettare quanto fin qui costruito per una maggiore garanzia di regolarità e sicurezza. Proprio il contrario di quello che si è fatto con lo smantellamento del Testo Unico L.81, che rappresentava il punto più avanzato della legislazione a tutela dell’integrità dei lavoratori e delle lavoratrici. Proprio il contrario di quello che si continua a fare, come ad esempio la mancata condanna di coloro che operano nell’illegalità o il mancato potenziamento dei servizi ispettivi. Non serve denunciare il rischio di irregolarità come qualcosa che ancora deve venire. I troppi infortuni testimoniano che le irregolarità sono di casa, che vanno combattute con vere volontà e concreti interventi, questi ultimi, più facili di quanto invece si vuol far credere”.

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Pubblicato il 18 Settembre 2009
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