Bimba nasce senza vita: aperto un fascicolo in Procura
La direzione sanitaria dell'ospedale Sant'Antonio Abate, dopo un'indagine interna, non ha rilevato errori da parte dei medici coinvolti. La piccola era alla 40esima settimana
Una bambina nata morta dopo che gli esami dicevano che tutto era regolarmente a posto. La disperazione dei famigliari e le indagini di magistratura e direzione sanitaria dell’ospedale per verificare se ci sono state negligenze o errori. Il fatto è accaduto a Gallarate lo scorso venerdì 11 settembre: Sofia, nella pancia della mamma ventiquattrenne da 40 settimane, sarebbe dovuta nascere due giorni prima. Gli ultimi controlli sono stati effettuati il 10 settembre e tutto sembrava a posto: poi i dolori della giovane, la corsa in ospedale con tutta l’emozione del caso e infine la tragedia. La bimba, perfettamente formata, è nata senza vita nello sgomento generale: nessuno, né la madre, né il padre trentunenne né tantomeno i medici si aspettavano un epilogo simile. La famiglia della giovane mancata mamma ha subito presentato una denuncia a carico di ignoti in commissariato a Gallarate per fare chiarezza sull’accaduto. Il fascicolo è arrivato sul tavolo del magistrato di turno, il pm Massimo Baraldo, il quale ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e aborto colposo a carico di due medici dell’ospedale gallaratese. La stessa direzione generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate di Gallarate ha diffuso una nota per chiarire la posizione della struttura in questa tragica vicenda: «Fermo restando le valutazioni che verranno formulate dall’autorità giudiziaria, la direzione sanitaria ha provveduto, per compiti d’istituto, ad avviare un’indagine interna in merito a quanto accaduto – si legge nella nota -. La direzione stessa ha rilevato che dalle evidenze in nostro possesso non emergono rilievi sull’operato dei professionisti del reparto interessato nella vicenda. Auspichiamo un chiarimento e una risoluzione del caso nel più breve tempo possibile da parte della magistratura, alla quale rinnoviamo piena collaborazione. Tutto ciò al fine di tutelare l’interesse sia dei famigliari sia degli operatori ospedalieri. L’evento porta con sé un immenso dolore e tutti noi ne siamo profondamente toccati e partecipiamo alla sofferenza dei famigliari».
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