Dalla Cina all’Arizona, gli studenti Liuc raccontano la loro estate
L'università presenta il bilancio delle esperienze di Summer School a Shangai e Phoenix. Dall'anno prossimo potrebbe aggiungersi una nuova destinazione: l'India
E’ un bilancio più che positivo quello tracciato dagli studenti dell’università Cattaneo di Castellanza che hanno partecipato alle Summer school organizzate in Cina e negli Stati Uniti. Un gruppo di 20 ragazzi ha partecipato a quella che si è tenuta a Shangai, presso l’Università Fudan e una trentina a quella che si è tenuta nell’università dell’Arizona a Phoenix. Il bilancio delle due esperienze è stato presentato questa mattina da una delegazione degli studenti partecipanti e dai rispettivi docenti accompagnatori Giacomo Buonanno in Arizona, Alberto Cattaneo e Robert Hodges in Cina. Gli studenti hanno seguito lezioni in inglese al mattino e hanno visitato aziende, luoghi d’arte e di storia, monumenti naturali approfondendo la conoscenza di paesi lontani sia geograficamente che culturalmente.
L’esperienza più pregnante è stata sicuramente quella in Cina proprio per la diversità degli usi, dei costumi e dei rapporti sociali che si instaurano in quel paese. A tal proposito, dopo l’introduzione dei professori Hodges e Cattaneo, gli studenti hanno raccontato dal loro punto di vista quanto questa esperienza sia stata utile alla propria formazione. Per Alessandro Brambilla, studente di ingegneria gestionale, la visita in Cina ha permesso di dare uno sguardo ad una società che «per certi versi è avanti 100 anni rispetto all’Europa e per altri è inidetro di 100 – ha raccontato il giovane – quello che più mi ha stupito è l’inesistenza di una classe media in una società che si divide fondamentalmente in ricchi e poveri». Per Eleonora Giulioni, studentessa di giurisprudenza, a stupire «è l’impermeabilità del sistema cinese e la difficoltà per chi vuole fare affari in Cina ad entrare nel sistema – ha detto ricordando l’esperienza di conoscenza con un avvocato italiano in Cina – il legale era stato mandato dal suo studio a Shangai proprio per fornire consulenza alle aziende italiane in Cina, in modo da mitigare le mille differenze del modo di fare affari in Cina e quello italiano».
Tra gli studenti che hanno partecipato, invece, alla Summer School in Arizona molti erano reduci dall’esperienza cinese degli anni passati e inevitabile è stato il paragone tra le due esperienze come quella raccontata da Giulio Lico che ha tratto dalle due esperienze un sunto valido per chiunque: «Negli Usa prevale un certo pragmatismo e i rapporti economici sono regolati da questa caratteristica – racconta – in Cina prevale la tradizione anche nel mondo economico e se si vuole entrare nel sistema economico è necessario essere introdotti da amicizie in comune. Come dire: prima l’amicizia e poi gli affari». D’altra parte, come ha detto il rettore Andrea Taroni nell’introduzione, il senso di una Summer school è proprio questo:«Entrare in contatto con Paesi diversi per favorire l’internazionalizzazione dei nostri studenti». E’ molto probabile che l’anno prossimo le Summer School si arrichiranno di una nuova destinazione, l’India, mentre in inverno è riconfermata la Winter School in Argentina.
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