Delitto di Borsano, l’autopsia svelerà l’arma usata

Forse una spranga o un'accetta. Sarà l'esame autoptico a stabilirlo. Non ancora sentiti i fermati, si attende l'udienza di convalida: differito il colloquio con il legale di madre e figlio accusati. Sempre grave in rianimazione la donna ferita a sprangate. Cordoglio a Turbigo per Giuseppe Sporchia

Resta avvolto nel mistero per ora il contesto in cui è maturato il delitto di Borsano, una anomala strage in famiglia, ultima di una lunga serie culminata con la strage di Gornate Olona. Il suo punto focale è probabilmente da ricercare proprio nella mancata ricucitura di un’unità familiare. Il fatto ha destato vivo dolore e sconcerto soprattutto a Turbigo, dove Giuseppe Sporchia aveva vissuto a lungo ed era ben noto come il numero uno della Protezione Civile locale.
Intanto le indagini proseguono nel più stretto riserbo. Non sono ancora stati ascoltati alla presenza dei legali i tre arrestati, Daniela Craici, il figlio Cristian Palatella e l’amico di questi Luca Modena. Ai tre viene imputata la brutale uccisione di Giuseppe Sporchia e il ferimento grave della moglie Bambina Berra, salvatasi forse perchè creduta morta. Proprio lei, con le ultime forze rimastele, ha spiegato ai carabinieri sopraggiunti dopo la sua disperata richiesta di aiuto che gli aggressori erano i familiari. Da qui il fermo dei tre, con la donna che non era in casa quando sono giunti sul posto i militari, ma vi si è presentata poco dopo, apparentemente sconvolta dall’accaduto quanto chiunque altro dei presenti, ivi inclusi cani (due) e gatti (cinque) di famiglia, che uggiolavano o miagolavano spaventati ancora ore dopo l’accaduto.

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Ora, della villetta teatro del massacro, condotto con un’arma contundente le cui caratteristiche solo l’autopsia della vittima, prevista nei prossimi giorni ma non ancora assegnata, saprà dire di più (si pensa ad un oggetto con bordo tagliente, forse un’accetta), regna il silenzio, i sigilli all’ingresso come pietosi lenzuoli a coprire una scena del delitto che deve essere stata spaventevole. Aggredito in sala, Giuseppe Sporchia è infine crollato in cucina. Poco lontano la moglie, la cui sopravvivenza (le sue condizioni sono al momento immutate, resta grave in rianimazione ma ha ripreso conoscenza abbastanza da poter cercare di scrivere qualcosa) è stata decisiva per orientare le indagini. Così come decisivo sarebbe un suo pieno recupero, tale da consentirle di testimoniare chiaramente sull’accaduto.
Ad assalire la coppia Cristian e l’amico Luca, protagonisti appena quattro settimane fa di un piccolo episodio di cronaca. La madre di Cristian, Daniela, non si sarebbe limitata a "coprire" semplicemente l’ennesima bravata del figlio, ma avrebbe avuto, secondo gli inquirenti, un ruolo di partecipazione attiva: l’accusa per lei è al momento la medesima che per gli altri, omicidio aggravato in concorso e tentato omicidio. Sullo sfondo anche le tensioni createsi fra Daniela e il marito, assente al momento della strage, proprio a causa del figlio di lei, giovane ma già con una nutrita lista di precedenti penali: i due sarebbero stati sull’orlo di una separazione. E l’ipotesi di un movente economico, forse la più ovvia di primo acchito, che però attende conferme sostanziali. Fin qui negate dal silenzio degli arrestati.

Nè può contribuire ad aggiungere qualcosa di nuovo l’avvocato di fiducia di Craici e Palatella, Roberto Donetti. «Non ho ancora avuto modo di scambiare una sola parola con gli assistiti» riferisce «poichè il pm si è avvalso di una facoltà che la legge gli attribuisce, ma che viene usata solo in casi limitati e per reati gravi: quella cioè di differire il colloquio dei fermati con il difensore fino all’udienza di convalida davanti al gip». L’udienza di convalida non è stata fissata, anche se si dovrà per forza tenere domani o dopodomani. «Non resta che attendere che gli inquirenti procedano con il loro lavoro, appena ci sarà possibile faremo il nostro» aggiunge l’avvocato. «Finora quanto so della vicenda l’ho appreso dai giornali e da Internet». La difesa del terzo arrestato, Luca Modena, è affidata all’avvocato Sara Cenzin.

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Pubblicato il 29 Settembre 2009
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