Due lenzuola sulla strada in un giorno da dimenticare
I momenti terribili dell’ennesimo incidente dove due motociclisti hanno perso la vita
Una famiglia esce di casa per un gelato e rimane viva per miracolo.
Un uomo che aspetta un’amica mai arrivata.
Gli effetti personali raccolti in un sacchetto di plastica dove un telefono non smette di suonare.
Tre flash sul luogo dove sono morte due persone in una calda giornata di settembre da dimenticare.
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Alle 12 una donna e le sue due figlie, una bambina e una ragazza giovane, si tengono all’ombra sedute a lato strada; hanno visto la morte in faccia: sono le persone, assieme all’autista, papà e marito, che stavano nella Volkswagen famigliare che precedeva la Honda Cbr 600 guidata da una delle vittime, la motociclista di 52 anni. Raccontano, parlano. Ma si vede, da come guardano, che non ci credono a quanto hanno visto: erano usciti di casa per fare un giro a Laveno, forse un gelato, e hanno rischiato di uscire di strada, sfiorati per qualche millimetro dalla morte.
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Neanche mezzora dopo arriva un uomo. Giacca in pelle, casco in mano: aveva un appuntamento poco prima, e non vedendo arrivare la persona attesa, anche lei motociclista, le va incontro con la sua moto ma trova la strada bloccata e le macchine della polizia. Chiede dell’incidente: riconosce un modello, a terra; vede un casco, ripete un nome. E’ un amico della vittima, non sa ancora nulla, cominciano a girare dei cognomi, poi si rassegna. Anche lui toccato dalla morte.
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Nel frattempo un telefono suona: gli agenti si frugano in tasca: niente; stessa cosa per chi è al limite del nastro bianco e rosso della polizìa: “No, non è il mio”. Poi tutti capiscono: il telefono di una delle due vittime, raccolto assieme agli effetti personali in un sacchetto di plastica, non smette di suonare: sguardi bassi, nessuno ha il coraggio di rispondere.
Un giorno davvero da dimenticare: altri due varesini sono morti sulle strade nelle ultime ore, portando il bilancio a quattro decessi. Questi ultimi due morti di stamani, fanno però riflettere e non solo per il dolore che da un momento all’altro può portare il lutto in casa a chiunque. Fanno pensare quegli stradoni con linea continua poiché tutti quelli che si sono fermati a guardare, dai motociclisti a chi abita lì vicino – tutti – hanno detto la stessa frase: “Qui la gente va troppo forte”. Una banalità, anche se purtroppo, della veloce banalità si muore, sulle strade. Poco distante dalla tragedia di oggi, anni fa avvenne un altro incidente gravissimo, che costò la vita a due giovani: Morgan Fresta, del 1972 e Simone Orlando, 26 anni. Entrambi di Saronno, i due giovani avevano appena lasciato una festa di partito, nel marzo del 2005: morirono dopo essersi ribaltati con un suv a un chilometro dall’incidente di questa mattina.
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