Gli offende la sorella e lui tenta di ucciderlo

La vicenda risale a metà luglio. La Squadra Mobile è risalita all'autore di alcuni spari nei confronti di un connazionale reo, secondo lo sparatore, di aver parlato male della sorella e lo ha arrestato

L’episodio aveva destato l’allrme dell’intera zona quando, il 20 luglio scorso, in via Ferraris il sonno dei residenti di una serie di palazzine è stato interrotto da alcuni spari. Sul posto, dopo alcuni minuti, si era recata una pattuglia della Squadra Mobile di Varese che aveva eseguito i rilievi trovando un colpo di pistola calibro 6,35 e alcuni fori di proiettile nelle pareti esterne di due palazzi. Gli agenti della Mobile erano riusciti anche a prendere il numero di targa di un’auto fuggita proprio mentre arrivava la Polizia. Da quel numero di targa, di proprietà di un amico della vittima, si è risaliti agli autori degli spari e all’obiettivo di quei colpi sparati ad altezza d’uomo.

Dietro quell’episodio misterioso e che aveva fatto gridare all’allarme sicurezza c’era un tentato omicidio in concorso da parte di sei fratelli albanesi che avevano deciso di vendicarsi delle ingiurie subite dalla loro sorella per bocca di un connazionale K.F. Dei sei presenti in via Ferraris solo uno è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, esplosioni pericolose e porto d’arma da fuoco in pubblico: si tratta di Lulzim Nikay (foto in alto), 37 anni e precedenti penali per spaccio di stupefacenti. L’uomo si era recato al civico 70 della via con i cinque fratelli, tutti indagati a piede libero per concorso in tentato omicidio. Due dei fratelli hanno citofonato alla vittima facendola scendere in cortile con una scusa; non appena è sceso in due l’hanno bloccato e Lulzim ha estratto l’arma caricando il colpo in canna. Proprio questo gesto, la pistola era già carica e lo scarrellamento ha fatto cadere il proiettile inesploso, ha dato il tempo all’uomo di divincolarsi dai due che lo tenevano e fuggire. Lulzim, però, lo ha rincorso sparando due colpi ad altezza d’uomo che sono andati a conficcarsi nelle pareti di due dei sei palazzi che si affacciano sul cortile. Proprio l’altezza degli spari ha convinto gli inquirenti ad accusarlo di tentato omicidio.

A quel punto K.F. era riuscito a nascondersi e i sei sono fuggiti per evitare di essere identificati dalle persone che nel frattempo si erano affacciate ai balconi per vedere cosa stava succedendo. A distanza di due mesi le indagini serrate della Squadra Mobile guidata dal dirigente Sebastiano Bartolotta (foto a destra) sono giunte ad una richiesta di custo cautelare inoltrata al sostituto procuratore Agostino Abate il quale ha richiesto al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Fazio che ha autorizzato il fermo del Nikaj.

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Pubblicato il 29 Settembre 2009
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