In Regione il punto sulla crisi economica

Sono 55mila i lavoratori e 7.700 le aziende interessati da cassa integrazione. Già spesi 82 milioni di euro per la dote lavoro e la dote formazione

Allo stato attuale (dati aggiornati al 22 settembre) in Lombardia sono interessati da provvedimenti di cassa integrazione in deroga ben 55mila lavoratori con il coinvolgimento di 7mila e 700 aziende. Nel sistema on-line sono in fase di istruttoria altre 2mila e 900 domande per 25mila lavoratori. La Lombardia è insieme a Toscana e Calabria l’unica regione italiana che dal 12 febbraio, giorno in cui è stato siglato l’accordo in sede ministeriale, ha iniziato concretamente a versare all’Inps il 30% della cassa integrazione in deroga, secondo quanto di propria competenza.
 
Complessivamente per la dote formazione (fino a 5mila euro per persona in dodici mesi dedicati alla specializzazione di giovani laureati, diplomati o in uscita dal quarto anno di istruzione e formazione professionale) e per la dote lavoro (3mila euro in dodici mesi destinati alla riqualificazione e al reinserimento lavorativo di disoccupati e cassintegrati) Regione Lombardia ha stanziato 137 milioni di euro (112 per la dote lavoro, 25 per la dote formazione). Il 60% di questi fondi pari a 82milioni è già stato erogato: 3mila e 357 cittadini hanno beneficiato della dote formazione per complessivi 15 milioni di euro; 16mila e 45 cittadini possono invece contare sulla dote lavoro e altri 13.068 godono di una indennità di 300 euro al mese per 10 mesi, per complessivi 67,2 milioni di euro.
Il 57% dei disoccupati coinvolti sono donne, il 40% è di età compresa tra i 15 e i 24 anni, il restante 60% tra i 26 e i 54 anni. Tra i disoccupati diplomati o laureati, 2mila e 290 possono contare sulla dote formazione e 6.620 sulla dote lavoro. Complessivamente, sono stranieri l’8,3% di coloro che usufruiscono della dote formazione e il 31,7% di coloro ai quali viene riconosciuta la dote lavoro.
 
Sono alcuni dei dati più significativi evidenziati oggi (23 settembre) dall’assessore regionale alla Formazione professionale e Lavoro Gianni Rossoni, che ha preso parte all’incontro congiunto tra le Commissioni “Attività produttive” presieduta da Carlo Saffioti (FI-PdL) e “Formazione professionale, Cultura, Sport e Informazione” presieduta da Daniele Belotti (LN), che si è tenuto questo pomeriggio in Regione con l’obiettivo di fare il punto sulla crisi economica.
 
«Il territorio lombardo – ha evidenziato Carlo Saffioti – deve continuare a mantenere fiducia nel futuro, guai se si scegliesse di diventare semplicemente territorio del terziario e dei servizi abbandonando i poli produttivi. Occorre soprattutto, oggi più che mai, un forte richiamo al valore del merito e della responsabilità, al coraggio, all’autonomia e alla capacità di innovare che devono sempre caratterizzare l’imprenditore».
«Tra gli interventi di Regione Lombardia illustrati oggi – ha aggiunto Daniele Belotti– c’è anche da segnalare che alla Borsa Lavoro regionale, dall’inizio dell’anno, su 56 mila cittadini che hanno ricercato lavoro, 15 mila 566 hanno trovato una nuova occupazione. Ecco una prova che gli strumenti anticrisi messi in atto funzionano».
 
«Regione Lombardia –ha evidenziato Rossoni nel suo intervento – ha contribuito in modo determinante al passaggio dal welfare della necessità al welfare della opportunità, centrato sulla volontà della persona di rimanere attiva nella società. L’accordo Stato Regioni sugli ammortizzatori sociali è stato un esempio positivo in questo senso: il lavoratore in cassa integrazione riceve infatti un’integrazione al reddito per compiere percorsi formativi e di riqualificazione. In questo modo la persona investe nella propria crescita professionale per poter rientrare con più efficacia nel mondo del lavoro».
 
L’accordo siglato il 7 settembre tra Regione Lombardia e Ministero dell’istruzione, secondo Rossoni, è un altro esempio significativo di questo nuovo welfare. Grazie al cofinanziamento regionale di 15 milioni di euro, viene offerta un’integrazione al sussidio di disoccupazione ai lavoratori precari della scuola, iscritti nelle graduatorie permanenti ma senza contratto nell’anno scolastico 2009/10. «L’integrazione al reddito però – ha aggiunto Rossoni – deve tener conto dell’effettivo stato di necessità del lavoratore e della sua famiglia: il sistema di welfare deve quindi aprirsi al quoziente familiare».
I percettori della dote lavoro e della dote ammortizzatori sociali, in relazione al numero di figli e alla situazione economica e familiare, riceveranno così in via sperimentale per 10 mesi un buono mensile del valore di 350 euro per l’acquisto di servizi per la prima infanzia, lavori domestici, servizi di assistenza domiciliare per anziani o persone non autosufficienti.
 
Critici gli interventi degli esponenti di minoranza. Per Carlo Spreafico (PD) «occorre passare dalla semplice cronaca della crisi a una strategia di uscita che veda Regione Lombardia protagonista. Occorre un gruppo di lavoro composto da componenti delle due Commissioni che venga coinvolto nella cabina di regia ed è indispensabile che l’Unità di Crisi estenda le sue competenze per favorire sempre più la ricerca di nuove soluzioni imprenditoriali alle crisi aziendali in atto». Spreafico ha quindi chiesto di estendere l’accesso alla Borsa Lavoro anche a chi opera e lavora nel mondo artistico, teatrale e musicale, oggi pesantemente condizionato dal venir meno delle sponsorizzazioni.
«Nulla di nuovo – secondo il capogruppo di Rifondazione Comunista Luciano Muhlbauer -: le politiche anticrisi della Regione Lombardia sono ispirate all’improvvisazione, manca un ruolo incisivo nella ricerca di nuovi imprenditori». «La Giunta regionale è totalmente allo sbando – gli ha fatto eco Osvaldo Squassina (Sinistra-Unaltralombardia) – e sta sottovalutando la portata reale della crisi. A breve avremo l’esaurimento delle casse integrazioni e al momento l’unica prospettiva è quella dei licenziamenti di massa».
Per Arturo Squassina (SD) «serve chiarezza sul ruolo della Regione e delle Commissioni consiliari nella gestione delle crisi: continuare a parlarsi, a fare incontri e audizioni fini a se stesse, non è di alcuna utilità se le competenze di ciascuno non sono chiare e definite».

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Pubblicato il 23 Settembre 2009
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