La banca decide, l’impresa paga

Il decreto anticrisi cancella la commissione di massimo scoperto ma molti istituti, grazie alla stessa norma rimediano introducendo nuove spese. Per le aziende un nuovo costo da pagare a prescindere dall'utilizzo del fido a disposizione

Un’impresa si vede recapitare una lettera dalla banca. L’istituto ha deciso un cambiamento delle condizioni contrattuali e l’introduzione di una nuova commissione pari allo 0,26 dell’ammontare del fido concesso, da pagare ogni tre mesi. Per l’azienda è un nuovo costo da sostenere e lo è a prescindere dall’utilizzo o meno del denaro disponibile. Un’impresa dunque che chiede un fido di 100mila euro dovrà pagarne circa mille alla banca indipendentemente dal fatto che userà o meno i soldi messi a disposizione. Questa situazione è accaduta a moltissime aziende, soprattutto di piccola dimensione, che proprio al comportamento delle banche devono l’origine delle difficoltà subite durante la crisi. Molte di esse infatti sono state messe in ginocchio dalla mancanza di liquidità a disposizione e dall’aumento improvviso del costo del denaro. L’ultima novità, applicata da molte banche italiane, si chiama "commissione sul fido accordato" o semplicemente "corrispettivo sull’accordato" ed è la nuova veste della spesa più odiata dai correntisti italiani, la commissione sul massimo scoperto. Quest’ultima, che rappresenta la percentuale di costo applicata dalle banche sulla massima esposizione avuta sul conto corrente, era stata eliminata dal ministro Giulio Tremonti per tutti i conti correnti che finiscono "in rosso" per meno di 30 giorni. Fin qui sembrerebbe una notizia positiva, se non fosse che gli istituti bancari, a fronte della cancellazione, hanno introdotto nuove spese che nella sostanza reintegrano, o peggiorano il costo eliminato. Come appunto la "commissione" o "corrispettivo" sul fido accordato. Essa non si calcola più sul saldo negativo del conto bensì sull’intero ammontare del fido accordato, indipendentemente quindi dal suo utilizzo. Per correre ai ripari, il legislatore è intervenuto nuovamente, definendo che il corrispettivo per la messa a disposizione delle somme di denaro, a partire dal 5 agosto del 2009, non può comunque superare lo 0,5 per cento, per trimestre, dell’importo dell’affidamento. Per le imprese la situazione cambia solo di poco, la banca ha deciso, a loro resta il conto. 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Settembre 2009
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